Emergenza sociale: una famiglia abruzzese su dieci è costretta a vivere in povertà

17 Ottobre 2025

Si tratta di circa 57mila nuclei, e l’incidenza si impenna in quelli più numerosi, da 5 componenti in su. Ma la percentuale diminuisce al crescere del titolo di studio​​​​​​

Il 10,5% delle famiglie abruzzesi vive in povertà assoluta, con un’incidenza che sale nei nuclei numerosi, con 5 o più componenti. L’ultimo report dell’Istat sulla povertà, relativo al 2024, evidenzia tutti i limiti di una società dove una fetta consistente di famiglie fatica ad arrivare a fine mese e deve sottostare a continue rinunce per far quadrare i conti. Report che non si discosta molto rispetto a quello dell’anno precedente. Dai grafici forniti, emergono alcuni spunti di riflessione: la percentuale di povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio e riguarda più di uno straniero su tre. E, ancora, il 24,8% delle famiglie che vive in affitto è a rischio povertà, mentre il 16% delle famiglie povere ha casa di proprietà, ma paga un mutuo che assorbe buona parte delle entrate. Lo scorso anno, secondo le stime Istat, oltre 2,2 milioni di famiglie italiane erano in condizione di povertà assoluta, l’8,4% delle famiglie residenti. L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si mantiene più alta nel Mezzogiorno (10,5%), in linea con la media abruzzese (circa 57mila famiglie), seguita dal Nord-ovest (8,1%) e dal Nord-est (7,6%), mentre il Centro conferma i valori più bassi (6,5%). Tra i nuclei familiari assolutamente poveri, il 39,8% risiede nel Mezzogiorno e il 44,5% al Nord. Il restante 15,7% al Centro.

FAMIGLIE NUMEROSE

L’incidenza di povertà assoluta si conferma più alta tra le famiglie numerose: raggiunge il 21,2% tra quelle con cinque e più componenti e l’11,2% tra quelle con quattro, per scendere all’8,6% tra le famiglie di tre componenti. Tra le coppie con tre o più figli, quasi una su cinque è in povertà assoluta (19,4%) e anche per le famiglie di altra tipologia, dove spesso coabitano più nuclei familiari e sono presenti membri aggregati, l’incidenza è superiore alla media (15,7%). È in povertà assoluta più di una famiglia su 10 tra quelle con un solo genitore (11,8%). La povertà assoluta tra le famiglie con una persona di riferimento con almeno 65 anni risulta più contenuta (6,7%) rispetto a quelle con un componente più giovane ed è particolarmente bassa tra le coppie con un anziano la cui incidenza (4,4%) è di due punti percentuali inferiore a quelle delle coppie più giovani che, tra il 2023 e il 2024, hanno mostrato un peggioramento della condizione. In generale, si conferma una relazione inversa fra il valore dell’incidenza e l’età della persona, anche per effetto della minore propensione al risparmio delle famiglie più giovani. A fare da spartiacque, anche il grado di istruzione. L’incidenza di povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio della persona di riferimento: se quest’ultima ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore, la percentuale di povertà è del 4,2%; tre volte più elevata (12,8%) se ha al massimo la licenza di scuola media e aumenta ulteriormente, salendo al 14,4%, per le famiglie in cui la persona di riferimento ha conseguito al massimo la licenza di scuola elementare.

QUANTO PESA IL LAVORO

Tra le famiglie con persona di riferimento occupata – evidenzia il report dell’Istat – l’incidenza di povertà nel caso sia lavoratore dipendente è pari all’8,7% e sale al 15,6% se si tratta di operaio e assimilato; nel coso di lavoratore indipendente, i valori più elevati dell’incidenza si registrano per le famiglie di lavoratori che non sono imprenditori, né liberi professionisti. Se la persona di riferimento si è ritirata dal lavoro l’incidenza si conferma al 5,8%, mentre rimane su valori più elevati per chi è in cerca di occupazione (21,3%). A preoccupare è la condizione dei minori: nel 2024, la povertà assoluta ha coinvolto oltre 1 milione 283mila minori (il 13,8% dei minori residenti), variando dal 12,1% del Centro al 16,4% del Mezzogiorno, e salendo al 14,9% per i bambini da 7 a 13 anni. La sostanziale stabilità rispetto al 2023 conferma il valore di incidenza più elevato dal 2014. Le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori sono quasi 734mila (12,3%), tra le quali l’incidenza più elevata, pari al 23,9%, si rileva per quelle di altra tipologia (dove convivono più nuclei familiari e sono presenti membri aggregati); tra le coppie, la diffusione del fenomeno aumenta al crescere del numero di figli minori (7,3% per le coppie con un figlio minore, 10,6% per quelle con due figli minori e 20,7% se i figli minori sono almeno tre), attestandosi su valori elevati anche tra le famiglie con un solo genitore e figli minori (14,4%).