Atreju, da Chieti la carica dei 130 abruzzesi: «Siamo qui per Giorgia»

15 Dicembre 2025

La partenza all’alba con due pullman e diverse macchine per andare ad assistere al discorso conclusivo dell’evento. E il tesserato più giovane del Chietino ha 14 anni

ROMAPrime luci dell’alba. Fa freddo. Si vede qualche espressione sonnolente. Per loro sarà vero e proprio sonno una volta saliti in pullman. Ma sono tutti puntualissimi i “Fratelli d’Abruzzo” che si sono dati appuntamento alle 7 alla stazione di Chieti Scalo per partire verso Roma. Direzione Atreju. Due pullman più diverse macchine, tutte piene. In totale 130 persone. Sono amministratori del territorio, coordinatori locali del partito, ma soprattutto semplici militanti. A organizzare questo viaggio in massa è Carla Di Biase, capogruppo di FdI nel consiglio comunale della città teatina e consigliera provinciale. Tra un sorriso e un saluto annuncia ai passeggeri l’itinerario di giornata, orario di arrivo nella Capitale e di ritorno in Abruzzo. In tempo per sentire i discorsi di tutti i leader del centrodestra e farsi anche una passeggiata nel centro della città, che «a Natale è bellissima». Se gli si chiede perché hanno accettato di svegliarsi all’alba – o, per chi viene dagli angoli più remoti del Chietino, ancora prima – danno tutti la stessa risposta: «Per sentir parlare Giorgia Meloni». È la leader indiscussa di FdI, ammirata e rispettata dai suoi iscritti. La catalizzatrice di un rinnovato interesse per la politica da parte di chi ha sulle spalle anni e anni di militanza e da parte chi, in questo mondo, ci si affaccia per la prima volta con la volontà di fare la differenza.

Questi due estremi dei Fratelli d’Abruzzo siedono uno accanto all’altro sul pullman. Uno è Nicola Sacchetti, 14 anni. È il più giovane tesserato di Gioventù nazionale della provincia di Chieti. Occhiali e viso fanciullesco, frequenta il primo anno del liceo scientifico. Non c’è da farsi ingannare, però, perché parla come un adulto. Di altri tempi. «La mia passione nasce dal giornalismo, ho sempre guardato il telegiornale e letto i quotidiani, così mi sono innamorato della politica». Ha sposato la giovanile di FdI perché si «rispecchia nei valori del partito» ed è molto emozionato per questo viaggio: sentirà parlare il suo mito. «Ammiro Giorgia Meloni. La prima volta l’ho vista il primo giugno 2024, nell’ultimo comizio prima delle elezioni europee. Da allora è il mio idolo», dice Nicola. Con i suoi coetanei gli capita di parlare di politica, anche se ammette che c’è meno interesse rispetto alla «Prima Repubblica» (è nato nel 2011). E si è anche dato una spiegazione a questo fenomeno: «La mia tesina di terza media verteva su “Mani pulite”. Io penso che il disinteresse sia iniziato allora, a causa di una classe politica vista come corrotta, quella del “magna magna”. Per me è sbagliato, perché penso sia un grande strumento di cambiamento».

Accanto a lui c’è la vecchia guardia della destra. Enrico Mascioli, 80 anni, originario di Civitella Roveto ma a San Salvo dal 1962. Alle spalle, 50 anni di militanza. «Ho iniziato quando c’era Giorgio Almirante. Riuscii anche a portarlo a San Salvo una volta». Da allora, le cose sono cambiate parecchio: «Ai tempi c’era gente che si parcheggiava nella destra e poi per delle pulsioni personali sbandava. Adesso è tutto diverso. L’arrivo di Fini, la svolta di Fiuggi. Poi Fratelli d’Italia». In comune col giovane Nicola, Enrico ha la passione per la premier: «Sono pazzo per Meloni. Nella chat di Whatsapp della sezione di FdI di San Salvo io scrivo spesso a suo favore e nessuno riesce a controbattere, nemmeno quelli che vengono dalla tradizione del centro». Anche lui non vede l’ora di arrivare ad Atreju: «Sono emozionato, esattamente come agli inizi della mia militanza. Non è cambiato nulla rispetto ad allora».

E così, tra i sogni di un adolescente e i ricordi una stagione politica ormai alle spalle, si arriva nella Capitale. Ad accogliere i Fratelli d’Abruzzo c’è il sole di quella famosa ottobrata romana che non sembra intenzionata a cedere all’arrivo dell’inverno. I pullman si fermano a piazzale Flaminio, appena 15 minuti a piedi da Castel Sant’Angelo, dove li attende il villaggio natalizio della kermesse. Un’occasione per godersi una breve passeggiata nel centro della città. Poi, finalmente Atreju. C’è chi si prende un caffè e chi va direttamente in sala Giustizia per ascoltare i leader del centrodestra, che preparano il terreno per il discorso conclusivo della premier. È il momento-apice. Poi la foto ricordo con i senatori Ètelwardo Sigismondi e Guido Liris. «Cheese», sorrisi. Istantanea dei Fratelli d’Abruzzo.