Carovita, in Abruzzo è L'Aquila la città più costosa

Studio del Codacons: Pescara al 45º posto nonostante i molti centri commerciali

PESCARA. L'Aquila è la città capoluogo più cara d'Abruzzo, seguita nell'ordine da Pescara, Chieti e Teramo. Mentre quella più costosa in assoluto, in Italia, è Aosta. La più «risparmiosa», invece, è Siena. Sono i risultati di un'indagine condotta dal Codacons, insieme al sito specializzato www.spesafacile.com. Lo studio ha preso in esame un paniere composto da 28 beni, rappresentativi della spesa settimanale tipo di una famiglia media. Nel carrello sono stati inseriti quindi generi alimentari come latte, uova, pane, pasta, carne bovina, e beni legati alla persona come sapone, detersivo e dentifricio.

La ricerca è stata fatta prendendo in esame le offerte promozionali della grande distribuzione, analizzando la quasi totalità dei punti vendita presenti in Italia (il sito spesafacile.com monitora infatti quotidianamente il 95% dei supermercati italiani). Il risultato che emerge, quindi, non è una proiezione, ma la situazione reale presente ad oggi.

«Le differenze esistenti tra le varie città d'Italia sotto il profilo dei prezzi al consumo, incidono pesantemente sui bilanci delle famiglie e sul loro potere d'acquisto», dice il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. «Basti pensare che, facendo una spesa completa nella città più conveniente, a fine anno si avrà un risparmio pari a circa 800 euro a famiglia rispetto alla città più costosa».

Sorprende, in Abruzzo, il risultato di Pescara che si piiazza al 45º posto fra le città più costose, pur essendo al centro dell'area a maggior concentrazione di centri commerciali (in rapporto alla popolazione) di tutta l'Italia.

Lo studio indica Siena al vertice della classifica del risparmio. Quasi inaspettatamente, infatti, nella provincia toscana per acquistare il paniere di beni individuato, si spende meno in assoluto: 49,83 euro.

La provincia più cara invece proprio Aosta dove, per i medesimi prodotti, si spendono 63,83 euro, ossia 14 euro netti in più di Siena (+28%). Tra le città più economiche figurano molte del Sud: al secondo posto si piazza, infatti, Vibo Valentia (50,29 euro) e al terzo Potenza (50,98 euro).

Al contrario tra le più care sono soprattutto città del Nord. Il Codacons evidenzia proprio che tra le città meno convenienti vi siano ben tre province della Lombardia (Lecco, Varese e Sondrio) e tre del Piemonte (Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola).

«Guardando ai prodotti inseriti nella lista, alcuni registrano prezzi molto diversificati a seconda della città», spiega Rienzi. «Ad esempio il riso (un kg) lo si può trovare a 1,50 euro a Potenza e a 4,84 euro a Nuoro, con una differenza che arriva al 220%; il tonno in scatola (confezione da 3 x 80 grammi) passa da 1,80 euro di Siena a 4,49 euro di Aosta (+149%); 12 rotoli di carta igienica costano invece 6,98 euro nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola e 3,35 euro a Isernia (differenza del 108%).

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