Cemento e paludi, le case mai nate

Scontro Cialente-sindaci. Cagnano, le immagini del villaggio che non c’è

L’AQUILA. Case in più rimaste sfitte, ma anche case che sarebbero dovute nascere sulla palude. Mentre i sindaci del cratere contestano i dati di Cialente sui moduli abitativi provvisori in esubero, emergono alcuni casi di spreco di denaro pubblico. Clamoroso quello di Cagnano Amiterno, paese inserito nel cratere sismico dopo l’allargamento. E dopo una lunga battaglia condotta a suon di manifestazioni dall’allora sindaco Giuseppe Carosi.

Il caso-Cagnano è venuto fuori con una sorta di «autodenuncia» del successore, Donato Circi, eletto da 13 giorni e subito alle prese con la prima grana. «Io i Map li devo fare o no?». Si parla, in questo caso, del villaggio mai nato in località Torre, in un Comune dove le abitazioni seriamente danneggiate sono poche. Eppure, anche a Cagnano è stato presentato un progetto per i moduli provvisori.

Individuata l’area, i lavori sono partiti e subito si sono fermati. «Noi stessi, quando li vedevamo scavare, dicevamo agli operai: qui è pieno d’acqua: lasciate stare», raccontano i residenti. «Sono andati avanti lo stesso, ora è tutto fermo». Una decina di piattaforme di cemento armato sono immerse nell’acqua. Il cantiere si è bloccato. «Qua stiamo tutti nelle case: i danni sono lievi e le casette non servono», confermano i residenti.

CIALENTE CORREGGE. Il Comune dell’Aquila, rettificando il precedente elenco diffuso, fa diventare assegnati i 48 Map in esubero di Fossa (150 costruiti e altrettanti assegnati) e riduce a 5 gli esuberi di San Demetrio ne’ Vestini, dove 50 case sono in fase di assegnazione. Insorge anche Campotosto che, attraverso l’assessore Ruggero Manzolini, precisa che «i Map costruiti sono 56, 8 quelli assegnati e 48 in fase di ultimazione e quindi impropriamente chiamati esuberi». Una volta finiti «saranno assegnati ai cittadini che ne avranno diritto».

PIZZOLI ATTACCA. Dopo l’attacco sferrato da Cialente al Comune di Pizzoli, per l’assegnazione delle case agli aquilani «senza tener conto della graduatoria già esistente», replica l’ex sindaco e rieletto consigliere comunale Giovannino Anastasio. «Siamo stati trasparenti come sempre. A Cialente abbiamo detto e scritto che avevamo case in più. Abbiamo assegnato noi le case eccedenti, ma prima del 10 marzo. Da quando c’è l’ordinanza per cui vanno messe a disposizione del Comune dell’Aquila ci siamo fermati. Abbiamo agito nell’interesse dei cittadini.

Anzi, quando ho ricevuto le domande degli aquilani le ho girate io al Comune dell’Aquila che non ha risposto. Le case sono andate a gente che ne aveva i requisiti. Abbiamo accolto gli aquilani anche nelle nostre tendopoli: dovevamo forse cacciarli? Cialente può dire quello che vuole. Perché non dice che per 3-4 mesi ho assistito io, in prima persona, la gente di Arischia, raccogliendo l’immondizia e portandola nella mia discarica perché lì c’era un’emergenza?

Non può darci lezioni, non ci faremo intimorire». Perché a Pizzoli 169 Map, di cui ancora 63 in esubero? «Le necessità, un anno fa, erano queste. Dopo un anno la gente si è sistemata altrove: io non potevo saperlo prima», si difende Anastasio. «Dei 106 assegnati, 60 sono andati ad altri residenti. Quelli che restano sono a disposizione di Cialente. Che aspetta a usarli, visto che nell’Aquilano ne ha così tanti?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA