«Consulenze Asl? Non ricordo le cifre»

Chiodi: da sinistra e dipietristi solo attacchi falsi e calunniosi
PESCARA. «Sulle consulenze non parlo. Le cifre? Io non ve le dico, non me le ricordo nemmeno, non sono rilevanti: andate voi all’Asl e fatevi dare le delibere. Modestamente, sono tra gli esperti come il controllo di gestione. E loro, che hanno dato 60mila euro a un politico per vagliare le delibere del manager Cordone, inviando gli atti alla Corte dei Conti che poi ha archiviato tutto?»
«Eppoi vorrei ricordare che sono il 25º contribuente del Fisco a Teramo». È polemico, Gianni Chiodi, candidato presidente Pdl alla Regione che replica alle bordate piovute 48 ore fa da Italia dei Valori e Sinistra democratica sulle «consulenze d’oro». Che per gli avversari politici ammontano a 73 mila euro. «Siccome i partiti del Pdl non hanno risposto, faccio io», dice Chiodi a Ricardo Chiavaroli, invitato a lasciarlo solo dietro al tavolo, nella saletta del quartier generale di piazza Salotto.
Chiodi si dice «indignato per la grevità di questa campagna elettorale in cui una parte politica demonizza l’avversario». Ed ecco subito l’altro argomento che lo manda in bestia. «La calunnia è un venticello... All’Aquila, sotto i portici, gira questa storiella che vi racconto subito io, prima che vengano a dirvela altri. Si dice che io sia andato a cena con Del Turco e con Belzebù. È falso, visto che Del Turco non può allontanarsi da Roma e Belzebù non esiste. Questo è il prossimo attacco che mi arriverà addosso». Infine, la questione indagati.
«Io indagato? Il mio processo non esiste. Mi crolla la discarica che stava lì da 10 anni e che altri hanno gestito e mi mandano l’avviso di garanzia. Insieme a me ci sono Sperandio e Ruffini candidati col centrosinistra. Ma quali processi? A pensarci bene, però, ne ho un altro: un cane randagio ha morso una persona e io sono accusato di lesioni colpose. Ebbene vi dico: io quel cane non lo conosco».
Se l’argomento-consulenze imbracciato da sinistra, lo mette di cattivo umore, allora il candidato presidente del Pdl, preferisce parlare del «cronoprogramma». Cioè quando e cosa farà appena eletto capo della giunta.
«Entro due mesi faccio la task-force per la semplificazione amministrativa», promette, «un’impresa potrà nascere in un giorno: basterà un’autocertificazione, per chi ha voglia di lavorare. Poi gli uffici controlleranno se tutto è in regola e chi ha dichiarato il falso avrà sanzioni: non mi piacciono i furbi e io in Abruzzo voglio fare la rivoluzione della meritocrazia. Entro due mesi faccio l’osservatorio per il credito, entro 100 giorni rimuoveremo il vincolo del 40% di raccolta differenziata per fare impianti di smaltimento rifiuti ad alta tecnologia che voglio autorizzare fin da subito così riusciamo a costruirli in 4-5 anni. Entro tre mesi faccio la riforma dei consorzi industriali, della Fira, dell’Aptr e dell’Arssa. Penso pure a un’Agenzia unica per lo sviluppo economico ma spesso non sono gli enti a essere inutili quanto chi li comanda. Con me vale il criterio della meritocrazia: con me non ci sarà mai un Costantini all’Aptr ma solo professionisti. A proposito, ma ha fatto un concorso? Entro 4 mesi, poi, faccio la riforma del sistema sanitario. Entro sei mesi faccio l’assemblea permanente dei sindaci gestita dai sindaci stessi. Poi faccio il patto con Roma: arriveranno industrie competitive per ricerca e innovazione».
«Vedete», osserva Chiodi, «io non imbratto il muro degli altri per dire che il mio è più bello. Io lavoro soltanto per fare più bello il mio muro. Un ultimo rammarico: il popolo dei contrari al Centro oli, ora che abbiamo fatto dire da Berlusconi che non si fa, non brindano e non fanno festa: sono infingardi».
In prima fila l’onorevole Raffaele Delfino (ex Msi) attacca la «stampa cattiva» agitando un tesserino da giornalista.
«Eppoi vorrei ricordare che sono il 25º contribuente del Fisco a Teramo». È polemico, Gianni Chiodi, candidato presidente Pdl alla Regione che replica alle bordate piovute 48 ore fa da Italia dei Valori e Sinistra democratica sulle «consulenze d’oro». Che per gli avversari politici ammontano a 73 mila euro. «Siccome i partiti del Pdl non hanno risposto, faccio io», dice Chiodi a Ricardo Chiavaroli, invitato a lasciarlo solo dietro al tavolo, nella saletta del quartier generale di piazza Salotto.
Chiodi si dice «indignato per la grevità di questa campagna elettorale in cui una parte politica demonizza l’avversario». Ed ecco subito l’altro argomento che lo manda in bestia. «La calunnia è un venticello... All’Aquila, sotto i portici, gira questa storiella che vi racconto subito io, prima che vengano a dirvela altri. Si dice che io sia andato a cena con Del Turco e con Belzebù. È falso, visto che Del Turco non può allontanarsi da Roma e Belzebù non esiste. Questo è il prossimo attacco che mi arriverà addosso». Infine, la questione indagati.
«Io indagato? Il mio processo non esiste. Mi crolla la discarica che stava lì da 10 anni e che altri hanno gestito e mi mandano l’avviso di garanzia. Insieme a me ci sono Sperandio e Ruffini candidati col centrosinistra. Ma quali processi? A pensarci bene, però, ne ho un altro: un cane randagio ha morso una persona e io sono accusato di lesioni colpose. Ebbene vi dico: io quel cane non lo conosco».
Se l’argomento-consulenze imbracciato da sinistra, lo mette di cattivo umore, allora il candidato presidente del Pdl, preferisce parlare del «cronoprogramma». Cioè quando e cosa farà appena eletto capo della giunta.
«Entro due mesi faccio la task-force per la semplificazione amministrativa», promette, «un’impresa potrà nascere in un giorno: basterà un’autocertificazione, per chi ha voglia di lavorare. Poi gli uffici controlleranno se tutto è in regola e chi ha dichiarato il falso avrà sanzioni: non mi piacciono i furbi e io in Abruzzo voglio fare la rivoluzione della meritocrazia. Entro due mesi faccio l’osservatorio per il credito, entro 100 giorni rimuoveremo il vincolo del 40% di raccolta differenziata per fare impianti di smaltimento rifiuti ad alta tecnologia che voglio autorizzare fin da subito così riusciamo a costruirli in 4-5 anni. Entro tre mesi faccio la riforma dei consorzi industriali, della Fira, dell’Aptr e dell’Arssa. Penso pure a un’Agenzia unica per lo sviluppo economico ma spesso non sono gli enti a essere inutili quanto chi li comanda. Con me vale il criterio della meritocrazia: con me non ci sarà mai un Costantini all’Aptr ma solo professionisti. A proposito, ma ha fatto un concorso? Entro 4 mesi, poi, faccio la riforma del sistema sanitario. Entro sei mesi faccio l’assemblea permanente dei sindaci gestita dai sindaci stessi. Poi faccio il patto con Roma: arriveranno industrie competitive per ricerca e innovazione».
«Vedete», osserva Chiodi, «io non imbratto il muro degli altri per dire che il mio è più bello. Io lavoro soltanto per fare più bello il mio muro. Un ultimo rammarico: il popolo dei contrari al Centro oli, ora che abbiamo fatto dire da Berlusconi che non si fa, non brindano e non fanno festa: sono infingardi».
In prima fila l’onorevole Raffaele Delfino (ex Msi) attacca la «stampa cattiva» agitando un tesserino da giornalista.