«Così l’agricoltura sparisce»: l’urlo di protesta del popolo dei trattori

L’Aquila, la manifestazione di Coldiretti. Slogan e cinque proposte: in duecmila sfilano davanti alla Regione
L’AQUILA. Le bandiere gialle e verdi di Coldiretti sventolano dinanzi all’Emiciclo. Sono arrivati pullman da tutto l’Abruzzo per la manifestazione organizzata dall’associazione che ha portato i trattori in piazza, parcheggiati proprio alle porte del palazzo regionale, e tanti agricoltori e allevatori, a rivendicare le loro ragioni ma anche a portare all’attenzione della politica abruzzese proposte concrete per far crescere un settore che, negli ultimi anni e per varie ragioni, ha avuto diverse problematiche, alcune ormai croniche. Sul palco ci sono stati gli interventi dei vertici di Coldiretti, a rappresentare criticità ma soprattutto a proporre delle soluzioni concrete. Duemila i partecipanti, secondo l’associazione.
I CARTELLI E GLI SLOGAN Ci sono allevatori e agricoltori tra il pubblico, titolari di aziende agricole e allevamenti ma anche dipendenti, sempre molto numerosi e colorati. Hanno portato cartelli gialli e hanno scritto in verde, come il colore dell’associazione che li rappresenta, le cose che proprio non vanno giù. “Ristori per la peronospora: dove sono?”. Oppure: “Stop fauna selvatica”. E ancora: “Stop burocrazia inutile”. Per arrivare al problema dei consorzi con “Bonifica: serve un piano regionale”. Tra una protesta e una proposta, hanno montato anche i loro classici stand con qualche specialità culinaria da offrire e tè caldo per tutti. Le voci più consistenti che si alzano sono quelle contro la burocrazia, passaggi che sviliscono il loro lavoro quotidiano e che fanno perdere soltanto tanto tempo, pure per accedere ai fondi. Ma c’è anche il tema dei controlli che è molto sentito, troppo frequenti a loro giudizio nonostante ci siano gli strumenti per portarne avanti uno unico. E come al solito si protesta per i danni da fauna selvatica, troppi grandi, dicono.
LE PROPOSTE Coldiretti non si è limitata a protestare, ma ha portato proposte concrete alla politica, che vanno dai cinque punti prioritari a un manifesto vero e proprio, ricco e articolato. Il comparto agroalimentare abruzzese ha subìto negli ultimi venti anni un processo di trasformazione importante ma le imprese con i giovani sono ancora poche, mentre cresce l’imprenditoria femminile. L’export è in crescita soprattutto per il settore vino e crescono pure gli agriturismi. Il settore, insomma, è complesso, ma dalla crescita dell’agricoltura abruzzese dipende la crescita delle economie locali e delle comunità. Ci sono problematiche ataviche che ora richiedono un impegno concreto perché il tempo, dice la Coldiretti, è scaduto. C’è quindi un’agenda delle priorità che va dalla semplificazione amministrativa alla necessità di una legislazione a misura d’impresa, passando per l’esigenza di una montagna viva ma con una fauna sotto controllo.
IL MANIFESTO Accanto a questo, Coldiretti ha presentato un ricco manifesto. C’è l’esigenza di salvare il reddito degli agricoltori con una vera semplificazione e con lo sblocco dei fondi regionali. Per gli agricoltori il registro unico dei controlli che esiste (Ruci) va usato e sarebbe gradita una semplice diffida prima della sanzione. Vanno difesi, inoltre, i prodotti abruzzesi fermando i trucchi sull’origine. Costi alle stelle, prezzi troppo bassi, fitopatie e importazioni sleali stanno soffocando settori come olio, vino, carne, grano e latte. Servono fondi regionali per le crisi, tuona la Coldiretti, con tavoli permanenti di filiera. Servono anche più risorse per le polizze assicurative agevolate. Per il lavoro stagionale, poi, va affrontato il tema della carenza di manodopera fornendo degli alloggi sicuri a chi lavora. Basta, afferma l’associazione, crisi dell’acqua senza soluzioni, si ha necessità di invasi con pompaggio e sub-irrigazione. La Coldiretti dice sì al fotovoltaico sui tetti e all’agrovoltaico avanzato ma non alla speculazione sui terreni. Molto sentito l’argomento dei danni da fauna selvatica, le campagne non si possono abbandonare e serve un piano di contenimento con un controllo reale per l’associazione. «Vite, olivo e fruttiferi sono sotto attacco», aggiungono, «servono più tecnici, come più ricerca e più monitoraggio». Infine per la pesca, le marinerie abruzzesi vivono costi insostenibili, con infrastrutture inadeguate e concorrenza sleale, per questo si chiede un piano regionale per difendere lavoro, prodotto e reddito dei pescatori.
LE VOCI «Abbiamo bisogno» afferma il presidente regionale di Coldiretti, Pietropaolo Martinelli, «di salvaguardare il reddito delle nostre aziende agricole. Ci troviamo alla fine dell’anno, in un momento che dovrebbe essere di festa per il Natale, ma noi siamo preoccupati fortemente perché le nostre aziende agricole soffrono tutta una serie di problematiche, a partire dalla burocrazia che rende impossibile il lavoro. C’è poi il tema dei controlli, dal 2015 esiste il certificato di controllo unico, il Ruci, che permette con un unico step di avere un controllo generale nelle nostre aziende agricole. Invece ci troviamo puntualmente a subire controlli su controlli anche sugli stessi argomenti. Noi, badate bene, siamo assolutamente per la legalità, ma vogliamo essere rispettati al tempo stesso. C’è anche il tema delle aree interne. Per contrastare lo spopolamento bisogna salvaguardare le aziende agricole e gli allevatori abruzzesi che sono i custodi delle nostre aree interne, loro presidiano e mantengono bello il nostro territorio, creando un discorso socio-economico importante».
«Oggi la metà dei giorni di lavoro delle nostre imprese», aggiunge il direttore regionale Marino Pilati, «sono utilizzati per sbrigare le carte, non è possibile che per accedere ai fondi e per arrivare alle cose più basilari dobbiamo perdere così tanto tempo in termini di scartoffie e di adempimenti burocratici da fare. Quello della fauna selvatica, poi, è sempre uno dei problemi principali che troviamo sul nostro territorio abruzzese, ma devo rilevare che ormai non c’è più solo il problema del cinghiale, abbiamo il problema del cervo e soprattutto credo che dobbiamo iniziare a sviluppare un controllo serio e un monitoraggio attento della presenza dei lupi all’interno del territorio abruzzese, perché purtroppo stanno iniziando a fare agli agricoltori e agli allevatori dei danni davvero importanti».
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