Costi della politica, i tagli dimenticati

Gli stipendi di assessori e consiglieri restano fra i più alti d’Italia malgrado le promess. Di Pietrantonio (Pd): «Il centrosinistra dia l’esempio»

PESCARA. È possibile che la politica sia così indifferente alle promesse pubbliche, alle buone intenzioni e alla dichiarazioni ufficiali rilasciate sulla volontà di abbassarsi stipendi e indennità? E’ possibile che consiglieri regionali ed assessori abruzzesi non sentano quantomeno la responsabilità morale di fronte a una crisi che ha colpito tre volte questa regione di tagliarsi gli emolumenti fra i più alti d’Italia e di tornare normali?

Già un anno fa dicevamo che era passata Pasqua e che sarebbe passato anche Natale. Gli stipendi dei consiglieri regionali nessuno li ha toccati. Adesso aggiungiamo che sta per arrivare di nuovo l’estate e che la tabella sugli emolumenti che proponiamo accanto è sempre la stessa, non è cambiata di una virgola.

Non c’è una Regione dove gli amministratori pubblici guadagnino di più. Ad esempio, un consigliere semplice, che non ha incarichi supplementari, secondo i dati ufficiali aggiornati al giugno del 2009, porta a casa fino a 4.800 euro netti al mese (più 3mila euro di rimborsi). La cifra, però, sale di un altro migliaio di euro per i capigruppo. Il presidente del Consiglio e della giunta sono sui 6.700 euro netti al mese (più 3.200 euro di rimborsi). Le due proposte di legge di Idv e Pd non vanno avanti. E soprattutto la bozza di riforma appaltata dal presidente del consiglio regionale Nazario Pagano a una commissione di tecnici non è ancora testo di legge malgrado fosse pronta a settembre (prevede uno stipendio che verrà calcolato sulla misura del 55 per cento dell’indennità mensile lorda di un deputato anziché del 65 per cento e multe per gli assenteisti).

Chi prova a lanciare un sasso in questa sorta di stagno desolante è il consigliere pd di Pescara Moreno Di Pietrantonio che, in veste di membro della direzione regionale del partito di centrosinistra, chiede a parlamentari e consiglieri regionali del suo partito di dimezzarsi lo stipendio. «E’ l’unico modo per ridare fiducia ai cittadini nei confronti della politica e di chi li amministra», commenta, «e mi piacerebbe che questa proposta diventasse la condizione per poter, poi, presentare una manovra strutturale per la creazione di un grande fondo di solidarietà. Tagliarsi lo stipendio sarebbe anche una maniera per il Pd», prosegue il consigliere di Pescara, anche ex assessore al Turismo, «di dare un segnale forte di credibilità a partire da una forte riduzione dei costi della politica».

Il consigliere Pd torna anche sull’ultimo caso che ha investito la Regione, il passaggio dalle auto blu (le Lancia Thesis) alle auto grigie di rappresentanza (Audi A6). La giunta è intervenuta sostenendo che il rinnovo del parco macchine è stato deciso dalla Consip. Ma di fronte alla questione degli stipendi più alti d’Italia che non vengono ancora abbassati, anche la storia del parco macchine assume connotati sgradevoli. Tanto più che il passaggio è costato comunque 700mila euro.

«E’ uno schiaffo al risparmio», afferma Di Pitrantonio, «per questo la classe politica deve iniziare a fare sacrifici e rinunce prima di chiederle ai cittadini. Chiedo quindi al Pd regionale di lanciare subito questa proposta per la nostra regione con grande convinzione e determinazione».

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