IL CAPOGRUPPO DEL PD

D’Alessandro: zio Remo aiutò la modernizzazione

PESCARA. «Il problema di Chiodi è che lui non c'entra niente con l'Abruzzo: la storia non la fanno i "casuali", come lui, cioè coloro che si trovano per caso a svolgere funzione e si vede, ma gente...

PESCARA. «Il problema di Chiodi è che lui non c'entra niente con l'Abruzzo: la storia non la fanno i "casuali", come lui, cioè coloro che si trovano per caso a svolgere funzione e si vede, ma gente fatta di pensiero ed azione, come Gaspari». Così Camillo D’Alessandro interviene nella discussione sull’eredità del gasparismo in Abruzzo.

«Ogni periodo storico e, dunque, politico», dice il capogruppo del Pd in consiglio regionale, «è fatto di luci ed ombre, ma altra cosa è il revisionismo demagogico di chi non ha nulla da dire come Chiodi, neanche della propria esperienza». Secondo il capogruppo del Pd in consiglio regionale, «è un falso storico tentare di ridurre la dinamiche del miracolo abruzzese, la sua modernizzazione, la fase dell'industrializzazione al fatto, come sostiene Chiodi, che tutto si reggeva sull'assistenzialismo dello Stato. Quegli stessi incentivi e contributi venivano garantiti in tutte le altre regioni del centro sud d'Italia, alle quali non certo mancavano "potenti a Roma", da Forlani nelle Marche a De Mita in Campania, solo per fare due nomi di presidenti di Consiglio, per non parlare dei tanti ministri espressione del Sud, ma nessuna di quelle Regioni ha conosciuto lo sviluppo vissuto in Abruzzo. Questa è l'eredità di Gaspari. Ma si potrebbe guardare anche al nostro immediato nord. Lo sa Chiodi che le Marche non hanno le autostrade che attraversano la Regione, mentre l'Abruzzo ne ha due? Forse qualcuno se ne è occupato affinché ciò accadese. Nel 1992», conclude D’Alessandro, «il Pil pro capite abruzzese, la ricchezza di ognuno di noi, era al 104% della media continentale, correva alla stessa velocità delle Regioni del nord; mentre al 2007 era sceso di quasi 20 punti, attestandosi intorno all’84%. Oggi, dopo la crisi, la situazione è strutturalmente peggiorata».

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