Di Dalmazio: non basta differenziare i rifiuti

L'assessore auspica di superare le contrapposizioni sulla valorizzazione energetica

PESCARA. Superare le criticità del ciclo dei rifiuti in Abruzzo per trasformarle in opportunità. È su questa scommessa che si misura l'impegno dell'assessore Mauro Di Dalmazio, che auspica un clima politico aperto alla discussione, senza contrapposizioni ideologiche.
L'obiettivo è quello di traghettare il vecchio sistema degli Ato (ambiti territoriali ottimali) su un percorso, già tracciato che prevede una nuova legge e un programma di investimenti.

A che punto è la legge?
«Il disegno di legge di cui si discute in Abruzzo riguarda sostanzialmente un adempimento della norma nazionale, del marzo 2010, che abolisce gli Ato e individua una sola autorità con nuovi soggetti cui è demandato il compito di gestire il ciclo integrato dei rifiuti. In Abruzzo abbiamo individuato Province e Comuni quali enti titolari, ridisegnando gli ambiti in modo più conforme alle necessità del territorio, ma anche indicato poteri di surroga per evitare le inerzie del passato. La legge è un aspetto che definisce l'organizzazione, il problema vero, per noi cruciale, è quello di superare le criticità dell'attuale sistema».

Sistema definito ai limiti del collasso, se non una vera e propria emergenza conclamata.
«Abbiamo ereditato una situazione difficile, costellata dall'inerzia. In Abruzzo mancano gli impianti, perché i vecchi soggetti attuatori non li hanno realizzati. Tant'è che siamo riusciti a recuperare circa 16 milioni di euro non spesi per fare discariche, centri di trattamento per il compostaggio, piattaforme ecologiche e di stoccaggio per la differenziata. Venuti meno gli impianti, ecco spiegata l'attuale fase critica, con sindaci che spesso sono costretti a inviare i rifiuti fuori regione facendo così lievitare i costi di gestione. Un altro forte elemento di criticità è stata la bassa percentuale di raccolta differenziata, che ora però sta crescendo».

Come si va oltre le criticità del sistema?
«Principalmente, muovendosi nel solco delle direttive europee e della normativa nazionale, poi completando il ciclo integrato dei rifiuti».

Cos'è il ciclo integrato?
«È quello che ci chiede l'Europa: ridurre la produzione dei rifiuti, differenziare e riciclare, perché la raccolta differenziata senza riciclo è necessaria ma non sufficiente; c'è poi la valorizzazione energetica, che non equivale necessariamente a realizzare inceneritori, in quanto esistono altre tecniche; infine, la parte residuale dei rifiuti da conferire in discarica. Questo è il ciclo ottimale delineato dall'Ue al quale bisognerà conformarsi, senza contrapposizioni, trasformando la questione rifiuti da problema a risorsa».

Il terreno di scontro riguarda la valorizzazione energetica, qual è l'orientamento della Regione?
«Il salto culturale che noi chiediamo è evitare di mettere, l'una contro l'altra, le fasi (differenziata contro valorizzazione), perché sono entrambe necessarie per un ciclo integrato virtuoso. Siccome non c'è alcun sistema al mondo che possa differenziare i rifiuti al 100%, ecco perché diventa ineludibile la valorizzazione energetica».

Saranno realizzati termovalorizzatori in Abruzzo?
«Ripeto, c'è bisogno innanzitutto di alzare la differenziata, che attualmente è intorno al 30% e portarla almeno al 40%, che è la soglia minima per avviare la valorizzazione energetica. Nel 2010, siamo cresciuti del 4% e finiremo il 2011 con un incremento vicino al 6%. Per arrivare al 40% abbiamo previsto investimenti per circa 12 milioni di euro, attinti dal Fas, finalizzati alla sola differenziata a partire dall'inizio del 2012. Aggiungereno altri fondi per sostenere la realizzazione di centri di stoccaggio (circa 16 milioni di euro) e compostaggio. Complessivamente, investiremo circa 25 milioni di euro sul ciclo dei rifiuti. Poi lavorereremo sui centri del riuso, che servono a ridurre la produzione dei rifiuti».

Torniamo alla valorizzazione energetica, quali passi sono stati fatti per cercare la soluzione migliore?
«Ci siamo rivolti al Cnr per avere un parere sulle tecnologie esistenti al mondo, le meno impattanti e le più produttive per una regione come l'Abruzzo. I risultati dello studio Cnr saranno presentati tra dicembre e gennaio in tutte le Province. Si comincerà il 15 dicembre a Chieti e il 16 a Teramo, perché vogliamo sollecitare il massimo confronto possibile su questo tema. I risultati del Cnr saranno portati anche al vaglio del Patto per lo Sviluppo, proprio perché tutte le parti sociali possano prendere coscienza della migliore soluzione possibile».

Non teme le pressioni delle lobby che premono sui termovalorizzatori?
«La sollecitazione di un confronto il più possibile allargato risponde proprio all'esigenza di tenere le lobby fuori dalla porta. Poi toccherà anche ai nuovi gestori del ciclo integrato individuare gli impianti più idonei».

Gli impianti saranno a gestione pubblica o privata?
«La legge prevede che quando si faranno le gare per il ciclo integrato dei rifiuti, tutti gli impianti dovranno essere compatibili con gli indirizzi della nuova legge. I finanziamenti regionali saranno comunque orientati a finanziare impianti pubblici».

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