E il giudice decide sulle parti civili

Domani in aula la decisione di De Ninis, oltre venti richieste di costituzione

PESCARA. I difensori dei 27 imputati che invocano l’esclusione di tutte le parti civili, a eccezione del ministero dell’Ambiente e del Wwf. Gli avvocati di oltre venti tra enti, associazioni e cittadini che chiedono di essere ammessi al processo e avanzano richieste di risarcimento.

Sono i pezzi del puzzle che il gip Luca De Ninis dovrà comporre domani in aula, nel corso della sesta udienza preliminare per il disastro di Bussi sul Tirino, durante la quale annuncerà davanti al pm Anna Rita Mantini chi potrà restare in aula e chi sarà costretto a fare da spettatore.

È un procedimento di grandi numeri: decine di indagati e difensori e decine di parti civili per stabilire chi abbia avuto un ruolo e quali siano state le responsabilità nella creazione di quella che è stata definita «la più grande discarica di rifiuti tossici d’Europa», con quasi due milioni di tonnellate di terreno contaminato: un volume di sostanze cancerogene e tossiche pari a una collina alta 130 metri.

Per questo disastro ambientale, lo Stato è sceso in campo con forza: nel corso dell’udienza del 28 gennaio scorso, il ministero dell’Ambiente ha chiesto a 19 imputati - funzionari, amministratori e dirigenti di società riconducibili a Montedison, Ausimont ed Edison che negli anni si sono avvicendati negli stabilimenti di Bussi - danni per 630 milioni di euro per la contaminazione dei terreni. Una somma enorme necessaria - secondo le stime - per la rimozione, il trasporto e lo smaltimento dei terreni inquinati.

Secondo un documento redatto dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e commissionato dal ministero dell’Ambiente, tuttavia, i danni all’ecosistema fluviale sarebbero pari a 8,5 miliardi di euro, una cifra colossale che porterebbe la stima a oltre 9 miliardi di euro, pari a una manovra finanziaria dello Stato.

Qualcuno pagherà? A questo fiume di denaro dovranno essere aggiunte le richieste che saranno avanzate dalle parti civili, certo inferiori (solo il ministero è titolare dell’azione risarcitoria) ma significative: «La presenza di enti e associazioni è importante perché fa vedere che lo Stato non è solo» aveva detto a gennaio l’avvocato dello Stato Carlo Maria Pisana, che ha consegnato la staffetta in aula al collega Giovanni Palatiello.

Ma domani potrebbe essere una giornata decisiva anche per un altro aspetto, legato anche all’urgenza della bonifica ambientale. Già annunciata durante le scorse udienze da alcuni difensori, potrebbe arrivare oggi la richiesta di incidente probatorio (una anticipazione del processo finalizzato alla cristallizzazione delle prove) sullo stato dei luoghi.

Ad avanzarla potrebbe essere uno degli avvocati-star (come il professor Tullio Padovani, per esempio) mobilitati per questo processo: Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera e difensore dei big dell’Aca: la data dell’udienza, inizialmente prevista per il 15 aprile, è stata anticipata proprio per consentirle di essere presente.

Potrebbe chiedere un accertamento per stabilire se esista un nesso tra inquinamento dei pozzi e discarica. La necessità di conservare lo stato dei luoghi è uno degli ostacoli principali all’avvio del progetto di messa in sicurezza redatto dal commissario straordinario Adriano Goio per la discarica abusiva di località Tre monti. (m.r.t.)

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