Elezioni provinciali, si vota nel 2010

Ma il Consiglio dei ministri non fissa la data. Impossibile l’election day con alcune regionali (21 marzo): rischio di ballottaggio a Pasqua

L’AQUILA. Da ieri è ufficiale: il voto per il rinnovo del consiglio provinciale dell’Aquila e di 54 amministrazioni comunali è stato rinviato al 2010. Lo ha deliberato ieri il Consiglio dei ministri su proposta del presidente Silvio Berlusconi e del ministro dell’Interno Roberto Maroni. Un apposito decreto-legge rinvia dunque al prossimo anno, causa problemi collegati al sisma, le elezioni amministrative che interesseranno circa 300 mila elettori. A giugno scorso erano state rinnovate le amministrazioni provinciali di Chieti, Pescara e Teramo, finite tutte in mano al centrodestra. Nella prossima primavera sarà la presidente uscente Stefania Pezzopane a difendere l’ultimo baluardo del centrosinistra.

Il Consiglio dei ministri però non ha definito alcuna data. Mentre è già stato stabilito che per il rinnovo di diverse amministrazioni regionali si voterà il 21 marzo prossimo, non sarà possibile chiamare gli aquilani alle urne per quella data in quanto le provinciali prevedono anche un turno di ballottaggio. E spostando di due settimane la data del 21 marzo si finirebbe a domenica 4 aprile, ovvero Pasqua di Resurrezione. Niente election day, dunque, anche se i più maligni assicurano che per la Provincia dell’Aquila non ci sono rischi di ballottaggio. Tutti i 54 Comuni chiamati al voto usano ancora il sistema maggioritario e non è previsto il ballottaggio.

Resta sotto osservazione il Comune dell’Aquila, in quanto i problemi interni alla maggioranza potrebbero far precipitare la situazione ed evitare a Massimo Cialente di mangiare da sindaco il panettone a Natale. Per quanto riguarda due amministrazioni comunali, invece, si sta ancora valutando la possibilità di far votare a novembre prossimo gli elettori di Celano e di San Benedetto dei Marsi. Il primo Comune sta subendo già da oltre un anno il commissariamento, mentre a San Benedetto dei Marsi è necessario un semplice ballottaggio tra i due candidati sindaci che avevano ottenuto lo stesso numero di preferenze.

(l.d.f.)