tour 5 stelle

In migliaia a Giulianova per il ritorno di Grillo

Il leader del Movimento arriva in moto e va sul palco con Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. Applausi, risate e attacchi al premier Renzi: «La vera rivoluzione è dire no ai privilegi»

GIULIANOVA. Come il Mar Rosso i tremila assiepati davanti al palco allestito nella piazza del mare a Giulianova si aprono magicamente per far passare i big penta stellati arrivati come da programma in moto. E il primo a togliersi il casco mettendo in mostra la folta capigliatura canuta è il numero uno del movimento: Beppe Grillo, tornato sul proscenio dopo un'assenza di diversi mesi. «L'impresa più dura è stata raggiungere il palco questa sera», esordisce il comico genovese strappando il primo di una lunga serie di applausi. La piazza di Giulianova è colma. Bandiere, qualche slogan. Tutti qui in occasione della tappa del “Costituzione Coast to Coast Tour” che Alessandro Di Battista del direttivo M5s si è inventato riscuotendo grande audience ovunque vada.

Giulianova, la folla applaude il ritorno di Grillo
Migliaia di persone ieri notte hanno atteso a Giulianova l'arrivo di Beppe Grillo, il leader del Movimento 5 stelle che ha scelto l'Abruzzo per sostenere il tour di Alessandro Di Battista "#IodicoNo Costituzione Coast to Coast". Presente al comizio anche il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Arrivati in moto poco prima delle 22, i tre hanno avuto non poche difficoltà a raggiungere il palco. (video di Luciano Adriani)

Il microfono passa a Luigi Di Maio (vice presidente della Camera), anche lui accolto da un'ovazione quando annuncia di voler mandare a casa l'attuale classe politica italiana, primo fra tutti Matteo Renzi. «Mi piace l'articolo 150 della costituzione del Portogallo», dice ancora Di Maio, «che impone di mandare a casa i parlamentari che cambiano casacca così come quelli che sono condannati e anche chi è assenteista».

Tema ricorrente degli interventi dei big, così come dei grillini locali che li hanno preceduti prima del loro arrivo, è stato il taglio degli stipendi dei parlamentari, unito all'annuncio di andare al governo del Paese. «Un altro anno ancora e poi saremo noi a governare l'Italia», sottolinea Di Maio, «perché noi siamo un fenomeno politico mondiale e lo dobbiamo far sapere a tutti». Ma prima di raggiungere questo obiettivo il passaggio obbligato è votare No al referendum.

«Ehi Matteo», dice Alessandro Di Battista rivolgendosi a Renzi, «avrai anche il potere (ancora per poco) ma certe robe te le sogni. Ho dato un appuntamento a Giulianova e sono arrivate decine di motociclisti che mi stanno accompagnando. Vedi Matteo, queste sono soddisfazioni che valgono tutto l’oro del mondo. Eppure le avresti potute avere anche tu. Ti sarebbe bastato pensare ai pensionati minimi, agli studenti che non riescono a pagare le tasse universitarie, ai piccoli imprenditori e non solo alle banche. Ti sarebbe bastato valorizzare la scuola pubblica e non distruggerla per favorire gli istituti privati. Ti sarebbe bastato fare una legge anti-corruzione seguendo i consigli dei magistrati che la combattono in prima linea e non i “consigli” politici di personaggi come Verdini. Ti sarebbe bastato obbligare i tuoi parlamentari a dimezzarsi lo stipendio e destinare i risparmi alle imprese italiane». «Insomma cose normali, logiche, giuste», conclude l’esponente del Direttorio M5S, « e invece nulla, hai leccato i piedi alla finanza internazionale e oggi guardati. Sarai anche il Presidente del Consiglio, ma certe emozioni te le sogni. Noi stiamo sempre in piazza e cresciamo ogni giorno di più. Domandati il perchè».

«A me invece Renzi piace», interviene Grillo suscitando l'ilarità dei presenti. «Insieme a un manager dell’Olivetti, che questa sera sarebbe dovuto essere qui con noi», prosegue riferendosi al fondatore del Movimento 5 stelle Gianroberto Casaleggio, «anni fa abbiamo iniziato un'avventura che parte dalla convinzione che niente è impossibile e il cammino che abbiamo fatto finora ne è la dimostrazione».

Noi e loro: l'altro tema ricorrente del popolo pentastellato, ribadito a più riprese dai vari oratori che si sono alternati sul palco, per sottolineare la differenza con tutto il mondo della politica. Senza distinzioni. «Loro devono sperare che non succeda nulla di drammatico in questo Paese», afferma Grillo, «noi dobbiamo imparare a dire no ai privilegi che ci vengono offerti: questa è la vera rivoluzione».

Quindi il finale a effetto. «Il movimento è una grande occasione», conclude il leader,«se la perdete andate affanculo!».

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