«L’Abruzzo ha cambiato passo»

30 Luglio 2009

Il governatore Chiodi: eccellente lo stato di salute della maggioranza.

PESCARA. A 180 giorni dall’insediamento (27 gennaio) Gianni Chiodi traccia un bilancio del suo governo individuando due linee di confine. La prima dal terremoto, la seconda dalla classe politica che l’ha preceduto. Chiodi non vuole essere visto solo come il governatore dell’emergenza sisma. Nella conferenza stampa che ieri ha convocato a Pescara, presente una buona metà della sua giunta (Alfredo Castiglione, Federica Carpineta, Carlo Masci, Mauro Febbo, Giandonato Morra e Angelo Di Paolo), ha voluto tenere ben distinta l’azione del governo regionale da quella dell’intervento per la ricostruzione dell’Aquila, elencando puntigliosamente le cose fatte dall’esecutivo, azioni che il terremoto ha necessariamente oscurato. Ma Chiodi ha voluto anche rimarcare ciò che ritiene lo distingua dalla classe politica che lo ha preceduto, di destra e di sinistra: lo «scatto culturale», ha detto, che ispira l’azione di governo («l’Abruzzo come un unicum territoriale, fuori dalle frammentazioni); il cambio di passo rispetto «al ricorso smodato all’indebitamento» e al «saccheggio della finanza pubblica» che dal 2000 al 2007 ha fatto crescere il debito della Regione da 500 milioni a 4 miliardi; l’introduzione alla meritocrazia nella scelta della classe dirigente e amministrativa («assolutamente negletta e non solo in Abruzzo»); una nuova e più lucida «visione dei bisogni infrastrutturali della regione» che è mancata alla classe dirigente abruzzese quando «nel 1993 è finita la spinta allo sviluppo determinata dalla Cassa per il Mezzogiorno e dall’esenzione decennale da Irpeg e Ilor, che faceva dell’Abruzzo un paradiso fiscale per le imprese, una specie di Isole Cayman».

Infine il buon rapporto con Palazzo Chigi (e in questo il terremoto ha un suo peso) che gli ha permesso in pochi mesi di stilare tre importanti accordi: il primo da 6 miliardi sulle infrastrutture con il ministero dello Sviluppo economico, il secondo col ministero dei Beni culturali sui piani paesistici, il terzo da 1 miliardo 70 milioni, sempre col ministero dello Sviluppo economico, per un piano di interventi nella aree industriali (Bussi, Valle Peligna, Marsica, Val di Sangro). Naturalmente Chiodi è anche il leader di una coalizione e in Consiglio ha bisogno dell’appoggio dei partiti alleati. Ieri Chiodi ha voluto rassicurare amici e avversari: «Lo stato di salute della maggioranza è ottimo, molto più forte del 27 gennaio, perché ha vinto tutto quanto aveva da vincere soprattutto grazie ad una eccellente capacità di selezione dei candidati e di proposizione di corrette analisi politiche oltre ad uno straordinario radicamento nel territorio». Neanche un linea di febbre, dunque. E il 6, 7 e 8 agosto il governatore porterà i suoi sul lago di Scanno «per discutere i percorsi e le scelte future».