La Aiuto dà l'addio al M5s: "Casaleggio controlla tutti"

La parlamentare europea abruzzese si era autosospesa per le accuse sui rimborsi. In un'intervista su LaStampa.it racconta aneddoti e rivela particolari: "Non è questo il Movimento in cui ho creduto"

PESCARA. "Nel Movimento 5 Stelle gli eletti sono al servizio della comunicazione, e non il contrario. Comunicazione fatta di persone di solito provenienti dalla Casaleggio, o scelte lì". Dopo mesi di silenzio parla Daniela Aiuto, la parlamentare europea abruzzese (è originaria di losanna in Svizzera ma vive da anni a Vasto) eletta con M5s e che poi si allontanò dallo stesso Movimento per un rimborso contestato. Lei disse che non aveva mai potuto difendersi. La Aiuto, che in Abruzzo è conosciuta in particolare per i suoi "duelli" con l'ex governatore (e oggi senatore) Luciano D'Alfonso sulla scena dei contributi pubblici alle compagnie aeree, ha scelto di rompere il ghiaccio su LaStampa.it scagliandosi contro la Casaleggio e M5s. E annuncia l'addio al Movimento.

"Queste persone", afferma nell'intervista riportata dal quotidiano digitale e alludendo alla cerchia di Davide Casaleggio, "sono diventate il gestore delle nostre esistenze, non della comunicazione soltanto. Entrano nelle nostre vite perché possono decidere il successo o l’affossamento mediatico del singolo eletto. Ci chiedono le password dei Social. Si è arrivati anche a dire a qualche mia collega come doveva truccarsi o vestirsi. E non si colgono più i contorni. Non è questo il Movimento in cui ho creduto". "La rappresentante comunicazione di Davide in Europa è arrivata a contestare alle donne come si vestono o si truccano. Orban? Da Roma volevano che ci astenessimo”.

La Aiuto racconta anche quando andò da Casaleggio dopo che era stata sospesa per aver chiesto rimborsi al Parlamento europeo per uno studio copiato da Wilkipedia: "Gli spiegai che ero la vittima e che ero pronta a produrre tutte le evidenze che lo dimostravano. Ero disposta a rifondere il Parlamento come ho fatto subito dopo nonostante l'assenza di mie responsabilità dirette. Mi colpì la sua totale mancanza di empatia. Tra l'altro in quel periodo attraversavo alcuni seri problemi familiari, gliene parlai, in maniera confidenziale. Non ebbe alcuna reazione. Mi disse di autosospendermi perché lui doveva tutelare l'immagine del Movimento". E sulla Lega: "Politicamente è cosa saggia avere accordi prima delle elezioni, meglio se fossero scritti".