La Fiat punta su Sevel, ma vuole un patto

Chiesto alla Regione un impegno sulle infrastrutture e di mediare con i sindacati
PESCARA. La Fiat non ha intenzione di chiudere anzitempo o di spostare la Sevel. Crede, anzi, nello stabilimento in Val di Sangro, ma la Regione deve fare la sua parte: per migliorare le infrastrutture e per allacciare con le tute blu una sorta di patto sulla produttività.
Il manager del Lingotto Ernesto Auci, stretto collaboratore dell'amministratore delegato del gruppo Fiat Sergio Marchionne, pur in un clima ritenuto sobrio e molto riservato, è stato chiaro con la delegazione dell'Abruzzo che è andata da lui in missione a Roma negli uffici vicino al Lungotevere. La fabbrica più grande d'Abruzzo (e d'Italia) che produce i furgoni modello Ducato in collaborazione con i francesi di Citroen e Peugeot, non corre il rischio di cessare la produzione nel 2014, con tre anni di anticipo rispetto al termine contrattuale con i cugini d'oltralpe, come aveva paventato la Fiom-Cgil interpretando alcune parole di Marchionne a Torino. No, ci sono, ha detto Auci, le condizioni affinché Sevel continui ad alimentare il Pil abruzzese e anzi di aumentarlo portando la produzione a 200mila furgoni nel 2011 e incrementandola ancora negli anni a seguire con le relative assunzioni.
Ma la Regione deve fare qualcosa. Che cosa? Il presidente Gianni Chiodi, il vice Alfredo Castiglione ed i presidenti delle Province interessati dal piano Fiat - Antonio Del Corvo (L'Aquila) per la Magneti Marelli di Sulmona, Walter Catarra (Teramo) per l'Atr Group di Colonnella, Enrico Di Giuseppantonio (Chieti) per Sevel e l'indotto - dopo aver ottenuto le rassicurazioni che cercavano, sono rimasti ad ascoltare.
Primo: il gruppo Fiat è interessato agli investimenti sulle infrastrutture affinché la produzione spinta dalla Sevel abbia uno sfogo maggiore. Auci ha chiesto delucidazioni e chiarimenti sui progetti di ampliamento del porto di Ortona, del completamento della Fondovalle Sangro nella variante di Quadri, e dell'avvio del Campus per l'automotive sempre nella Val di Sangro.
Secondo: la Fiat preme affinché la Regione si faccia quasi da tramite con i sindacati (Fiom in particolare) in modo che venga raggiunto un punto di equilibrio tra la produttività e le condizioni lavorative, mettendo quindi da parte i discorsi sul rischio «Pomilianizzazione» e Mirafiori in Sevel. Un primo passo in questo senso, del quale Auci ha preso atto, è stata la decisione Fiom di sospendere gli scioperi contro gli straordinari di sabato, manifestando la volontà di riprendere il dialogo con l'azienda.
Chiodi e Castiglione hanno da parte loro detto che sono d'accordo con il governo di portare avanti il piano sulle infrastrutture, a cominciare dal Campus - per il quale sono in ballo una trentina di milioni di fondi Fas e Por - e dall'ampliamento del porto di Ortona. Del completamento della Fondovalle Sangro ha parlato Enrico Di Giuseppantonio sottolineando come una sua richiesta sia già stata accolta dall'Anas. Le ultime rassicurazioni sono state per Walter Catarra. Il presidente della Provincia di Teramo le ha chieste per l'Atr di Colonnella e anche qui il manager Fiat non si è tirato indietro parlando di una collaborazione con l'Alfa Romeo. Ora bisogna far seguire i fatti alle parole. E non a caso Chiodi ha subito inserito nella sua agenda un appuntamento con i sindacati.
Il manager del Lingotto Ernesto Auci, stretto collaboratore dell'amministratore delegato del gruppo Fiat Sergio Marchionne, pur in un clima ritenuto sobrio e molto riservato, è stato chiaro con la delegazione dell'Abruzzo che è andata da lui in missione a Roma negli uffici vicino al Lungotevere. La fabbrica più grande d'Abruzzo (e d'Italia) che produce i furgoni modello Ducato in collaborazione con i francesi di Citroen e Peugeot, non corre il rischio di cessare la produzione nel 2014, con tre anni di anticipo rispetto al termine contrattuale con i cugini d'oltralpe, come aveva paventato la Fiom-Cgil interpretando alcune parole di Marchionne a Torino. No, ci sono, ha detto Auci, le condizioni affinché Sevel continui ad alimentare il Pil abruzzese e anzi di aumentarlo portando la produzione a 200mila furgoni nel 2011 e incrementandola ancora negli anni a seguire con le relative assunzioni.
Ma la Regione deve fare qualcosa. Che cosa? Il presidente Gianni Chiodi, il vice Alfredo Castiglione ed i presidenti delle Province interessati dal piano Fiat - Antonio Del Corvo (L'Aquila) per la Magneti Marelli di Sulmona, Walter Catarra (Teramo) per l'Atr Group di Colonnella, Enrico Di Giuseppantonio (Chieti) per Sevel e l'indotto - dopo aver ottenuto le rassicurazioni che cercavano, sono rimasti ad ascoltare.
Primo: il gruppo Fiat è interessato agli investimenti sulle infrastrutture affinché la produzione spinta dalla Sevel abbia uno sfogo maggiore. Auci ha chiesto delucidazioni e chiarimenti sui progetti di ampliamento del porto di Ortona, del completamento della Fondovalle Sangro nella variante di Quadri, e dell'avvio del Campus per l'automotive sempre nella Val di Sangro.
Secondo: la Fiat preme affinché la Regione si faccia quasi da tramite con i sindacati (Fiom in particolare) in modo che venga raggiunto un punto di equilibrio tra la produttività e le condizioni lavorative, mettendo quindi da parte i discorsi sul rischio «Pomilianizzazione» e Mirafiori in Sevel. Un primo passo in questo senso, del quale Auci ha preso atto, è stata la decisione Fiom di sospendere gli scioperi contro gli straordinari di sabato, manifestando la volontà di riprendere il dialogo con l'azienda.
Chiodi e Castiglione hanno da parte loro detto che sono d'accordo con il governo di portare avanti il piano sulle infrastrutture, a cominciare dal Campus - per il quale sono in ballo una trentina di milioni di fondi Fas e Por - e dall'ampliamento del porto di Ortona. Del completamento della Fondovalle Sangro ha parlato Enrico Di Giuseppantonio sottolineando come una sua richiesta sia già stata accolta dall'Anas. Le ultime rassicurazioni sono state per Walter Catarra. Il presidente della Provincia di Teramo le ha chieste per l'Atr di Colonnella e anche qui il manager Fiat non si è tirato indietro parlando di una collaborazione con l'Alfa Romeo. Ora bisogna far seguire i fatti alle parole. E non a caso Chiodi ha subito inserito nella sua agenda un appuntamento con i sindacati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA