ricerca e diritti degli animali

Lanciano, topi uccisi con il gas: parte il processo al Mario Negri Sud

Imputato per maltrattamenti l’ex direttore amministrativo dell’istituto di Santa Maria Imbaro. La Lav accusa: ingiustificata la soppressione delle cavie

LANCIANO. E' molto probabilmente la prima volta in Italia che un ricercatore e uno scienziato venga processato, oggi, nel tribunale di Lanciano (inizio udienza alle 11,30), per aver ucciso centinaia di cavie da laboratorio, soppresse con l'utilizzo di gas perché lo stabulario che le ospitava non poteva più essere mantenuto dall'istituto di ricerca Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro a causa di pesanti problemi economici.

L'udienza si presenta, oltre che unica nel suo genere, anche carica di aspettative, soprattutto da parte delle associazioni animaliste, Lav in testa, che ha sporto denuncia contro l'ormai ex direttore amministrativo del centro (il Negri Sud è commissariato, dopo essere stato chiuso per fallimento lo scorso febbraio) Tommaso Pagliani, accusato di «uccisione non necessitata di animali».

Per la Lav, il cui esposto ha di fatto dato il via libera all'inchiesta della procura, «la filiale Sud dell'istituto Mario Negri di Milano, uccidendo 750 cavie con il gas ha violato l’articolo 544 bis del Codice penale, che prevede da quattro mesi a due anni di reclusione per le soppressioni di animali non necessitate, come in questo caso, dalla legge sulla vivisezione».

L'associazione avrebbe anche registrato via telefono l'ammissione dell'ex direttore sulla soppressione dei topi da laboratorio. «La nostra documentata denuncia - afferma Gianluca Felicetti, presidente Lav che sarà presente al processo «rivela quanto chi sperimenta su animali li consideri effettivamente, altro che il loro millantato benessere. Ancora più grave è che questo sia avvenuto in una struttura collegata a uno dei più grandi centri italiani di sperimentazione sugli animali, creata a metà degli anni ’80 con i soldi dei contribuenti, in piedi per anni solo grazie a contributi pubblici, fra i quali quelli di Regione Abruzzo e Provincia di Chieti, che hanno investito in un vuoto a perdere, come è ormai la vivisezione».

«La legge deve essere rispettata anche in ambiti come la sperimentazione autorizzata» dichiara Michela Kuan, responsabile Lav del settore Vivisezione, «non ci sono zone franche neppure invocando problemi economici. La norma comunitaria e nazionale e la giurisprudenza hanno ampiamente chiarito che tutti gli animali sono esseri senzienti e vanno curati e accuditi rispettandone l’etologia, indipendentemente dalla loro destinazione finale. Ci batteremo affinché vengano puniti tutti i responsabili dell’esecuzione».

Lo scorso maggio gli ultimi 188 topi rimasti nell’istituto e utilizzati per la ricerca scientifica tra cui quella sul cancro, sono stati prelevati dall'associazione “La collina dei conigli” di Monza che già nel 2014 aveva preso in consegna altre 242 cavie. I commissari liquidatori del Negri Sud, in applicazione delle normative in materia, avevano richiesto alle principali associazioni la disponibilità ad accogliere le cavie in strutture autorizzate e in grado di dare agli animali cure e attenzione per evitarne la soppressione e il centro di recupero lombardo era stato ritenuto il più idoneo.

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