Legambiente e Wwf unite: «Inquinamento consapevole»

24 Gennaio 2017

L’AQUILA. Un altro avvocato di parte civile, Tommaso Navarra, che rappresenta Legambiente e Wwf Italia, ha spiegato che il dato essenziale è che non possiamo tutelare l’acqua del rubinetto se prima...

L’AQUILA. Un altro avvocato di parte civile, Tommaso Navarra, che rappresenta Legambiente e Wwf Italia, ha spiegato che il dato essenziale è che non possiamo tutelare l’acqua del rubinetto se prima non tuteliamo le falde in quanto il corpo idrica è unitario.

«Se trovo lì dentro», ha detto, «sostanze cancerogene, è chiaro che avveleno l’acqua di falda, distruggo il bene pubblico e avveleno gli utenti. La presenza del campo pozzo a 2 chilometri e mezzo e non a 25 chilometri, rendeva ben evidente non solo l’esistenza del pericolo ma la piena consapevolezza come emerge dai loro report aziendali che parlavano di inquinamento di acque di falda».

«Noi non possiamo fare richieste di ripristino ambientale dei luoghi», ha aggiunto, «ma solo di danno morale. Noi abbiamo circa 500mila associati. Finora abbiamo finanziato dei report. Chiediamo di essere ripagati dello sforzo di dieci anni profuso per seguire questa vicenda». Navarra ha anche ricordato come il reato di avvelenamento è sempre stato caratterizzato da pene molto pesanti fin dall’antichità come pure nelle legislazioni dei secoli scorsi.

L’avvocato Vittorio Supino, che rappresenta il Comune di Chieti, nel contestare le decisioni prese in precedenza dai giudici che hanno trattato il caso, ha ricordato come i danni di immagine per tutto l’Abruzzo siano immensi. «Basta cliccare sui motori di ricerca come Google i nomi dei veleni trovati a Bussi, come esacloroetano, che spunta la correlazione immediata con la discarica di Tremonti».

Molto incisivi anche gli interventi degli avvocati che rappresentano i paesi del circondario. Diversi altri legali di parte civile già in precedenza avevano presentato delle memorie, pur senza intervenire, ai fini della richiesta di condanna degli imputati e ovviamente il pagamento dei danni. Nel corso degli interventi di Procura generale e parti civili è stato evidenziato, sia pure sommessamente, come manchi una perizia di ufficio del collegio. Nessuno può chiederla in modo espresso, visto che siamo in un rito abbreviato. Ma nulla esclude, in teoria, che il collegio, nel giorno del verdetto, la disponga rinviando la decisione ad altra data.

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