Oggi la festa della donna, ma il lavoro resta un problema

di Sipo Beverelli
In Abruzzo le donne sono ancora al palo. Nel 2011 il tasso di disoccupazione in rosa ha toccato punte del 10%, contro il 7 della media regionale.

CHIETI. Mondo del lavoro, in Abruzzo le donne sono ancora al palo. Nel 2011 l'occupazione femminile nella nostra regione ha contato 201mila unità, contro le 309mila degli uomini, e il tasso di disoccupazione in rosa ha toccato punte del 10%, contro il 7 della media regionale.

«Per le donne abruzzesi resta difficile conciliare lavoro e ruolo familiare», dice Rosaria Bucci, responsabile del coordinamento donne Cisl Abruzzo, «purtroppo i tagli al Sociale non fanno sperare bene e se non cambia l'organizzazione sociale, non si fanno passi in avanti. Basti pensare alla scuola, che sembra tarata, per gli orari di frequenza proposti, più sui figli degli insegnanti che di altre mamme al lavoro. D'estate, a esempio, con le scuole chiuse, per le famiglie è un salasso, perché ai ragazzi va garantita sorveglianza e occupazione del tempo costruttiva».

Cisl Abruzzo ogni anno mette in campo iniziative di sensibilizzazione sul mondo femminile e quest'anno ha devoluto una somma di denaro all'associazione "L'Angelo custode" di Scerne di Pineto, che si occupa di donne in difficoltà e dei loro piccoli. Angoli di società che non vanno dimenticati e l'appello della Cisl Abruzzo resta quello di creare le condizioni perché sempre più donne entrino nel mondo del lavoro e godano di autonomia sociale.

Le cifre locali non sono entusiasmanti. Al di là del 10% di disoccupazione femminile, colpisce che, sebbene aumenti la forza lavoro in rosa, passata da 216 mila del 2009 a 223 mila del 2011, aumenta anche il numero di donne che restano inattive: 465 mila nel 2011 contro le 455 mila del 2008. Diminuisce anche il tasso di occupazione, che passa dal 47,7% del 2008 al 45,6 del 2011, perdendo il 2,1%.

«Certamente anche mimose», conclude Rosaria Bucci, «ma sarebbero maggiormente gradite azioni che inneschino circoli virtuosi mirati a migliorare qualitativamente la vita delle donne e far sì che si possano annullare le discriminazioni che ancora permangono. Congedi parentali, quote rosa e tanti altri sono argomenti di primaria importanza per la vita professionale e privata di una donna, che amministratori pubblici, datori di lavoro e mondo politico dovrebbero praticare per risvegliare le coscienze e cambiare lo status quo».

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