L'orso ucciso nel settembre 2014 a Pettorano sul Gizio

L'AQUILA

Orso ucciso a fucilate, sentenza ribaltata: imputato condannato

Ambinetalisti e animalisti esultano: "Sentenza storica, dopo 35 anni chi spara non ha più giusticazioni". Parco nazionale e parti civili dovranno essere risarciti

L'AQUILA. "Una sentenza storica"; "L’Abruzzo dà una lezione di civiltà": viene accolta così da ambientalisti e animalisti la sentenza con la quale il tribunale della Corte di appello dell'Aquila ha ribaltato la sentenza di assoluzione di primo grado sull'uccisione dell'orso a Pettorano sul Gizio il 12 settembre di sei anni fa. I giudici hanno condannato l'unico imputato accusato di aver ucciso l'orso a colpi di fucilate. L'uomo, Antonio Centofanti, ex dipendente dell’Anas, è stato condannato a risarcire in sede civile il Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm) e le altre parti civili _ Lav-Lega Anti Vivisezione, Pro Natura Abruzzo, Salviamo l’Orso e Pnalm e lac, lega abolizione caccia _ oltre al pagamento di tutte le spese processuali. In soldoni per ognuna di esse Centofanti dovrà pagare 1200 euro per il primo grado di giudizio e 2100 euro per il secondo unitamente a 1200 euro (primo grado) e 1300 euro (secondo grado) nei confronti dell’associazione Wwf. Inoltre sempre alle parti civili sono stati riconosciuti 3mila euro a titolo di provvisionale e il risarcimento da calcolarsi in sede civile. In primo grado, secondo il giudice non vi erano prove sufficienti.

La particolarità della sentenza sta nel fatto che non viene riconosciuta alcuna giustificazione a coloro che uccidono un animale selvatico che sta cercando del cibo. Decisive sono state le testimonianze del medico veterinario che effettuò l’autopsia sull’animale e di un perito balistico.

"Dopo più di 35 anni e dopo decine di orsi uccisi senza averne scoperto i responsabili quella di oggi è una sentenza storica. Le sanzioni sono troppo lievi ? Sicuramente , ma è il primo passo per rendere questo paese un poco più civile e rammentare a tutti che la legge va rispettata", commentano alla onlus Salviamo l'orso. Il riferimento è anche a quanto è avvenuto e sta avvenendo invece al Nord dove era stata data l'autorizzazione a sparare agli orsi.

Il processo ha chiarito definitivamente che l’animale, "colpevole" di aver predato alcune galline, è stato colpito a morte dai colpi esplosi da un fucile da caccia utilizzato dall'ex dipendente Anas.

“Nell’attesa di leggere le motivazioni della sentenza, esprimiamo grande soddisfazione per questo risultato, perché fissa il principio per cui la giustizia ‘fai da te’ non è ammissibile in nessun caso e che l’uccisione di un animale particolarmente protetto, anche a livello europeo dalla Direttiva Habitat, come l’orso, costituisce un vero e proprio atto illegittimo oltre che contro ogni logica ambientale!”, commentano al Wwf e Massimo Vitturi, responsabile Lav Area animali selvatici che, come parti civili ammesse nel procedimento, chiesero e ottennero che fossero ascoltati il medico veterinario e il perito balistico. "Dal 2014 molte cose sono cambiate a Pettorano ed in tanti paesi dell’Abruzzo interno grazie alle azioni messe in campo da Enti e associazioni di volontariato", sottolineano le associazioni ambientaliste che avevano impugnato la sentenza, "convivere con l’orso se vi è la volonta si può, i mezzi ci sono e chi ne usufruisce oggi ci ringrazia e ne guadagna tutta l’immagine della nostra regione".

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