La piattaforma Elsa 2 al largo di Ortona

COSTE ABRUZZO E MOLISE

Petroceltic rinuncia alle ricerche in mare: esultano gli ambientalisti

Il Wwf plaude alla decisione della società del Regno Unito dopo anni di battaglie contro lo sfruttamento delle risorse fossili in Adriatico

PESCARA. Petroceltic ha presentato istanza di rinuncia a tre permessi di ricerca e a un'istanza di permesso di ricerca davanti alle coste d'Abruzzo e Molise, in un'area che copre 94mila 500 ettari di mare. Ieri, il coordinamento No Hub del Gas dichiarava: «La battaglia contro l'inquinamento e per il clima porta frutti e continua»; oggi, il Wwf ricorda che nel 2010 la Petroceltic «avrebbe voluto "colonizzare" l'Adriatico con ben 9 progetti petroliferi che interessavano interamente o parzialmente il mare di fronte alle coste abruzzesi, oggi ne è rimasto solo uno: Elsa -BR268 RG». Wwf Abruzzo «condivide la gioia di tutti coloro che per anni si sono battuti contro la petrolizzazione dei nostri mari e delle nostre terre nell'apprendere la decisione della Petroceltic di abbandonare quasi totalmente le acque antistanti l'Abruzzo. Un lavoro straordinario» commenta Fabrizia Arduini, referente per l'energia del Wwf, «possibile grazie anche al supporto scientifico di qualificati docenti universitari come Francesco Stoppa e Francesco Brozzetti, sia nella stesura delle osservazioni in sede di valutazione di impatto ambientale sia nelle conferenze divulgative tenute insieme alla scienziata Maria Rita D'Orsogna e altri». Per 2 tra i 4 progetti petroliferi «che in questi giorni hanno lasciato i nostri mari, il Wwf si è impegnato anche a livello giuridico vincendo un ricorso al Tar nel 2012, insieme a Lipu, Legambiente e Fai, costringendo l'azienda a riavviare da capo la valutazione di Impatto Ambientale. Ci piace pensare che i signori del petrolio si siano veramente stancati. Ma ancora di più siamo soddisfatti della scelta di Petroceltic che pare abbia deciso di investire nelle energie alternative per abbandonare il fossile. Forse anche loro hanno finalmente compreso che non abbiamo un pianeta di riserva».