Ponte del Mare, è scontro sulle spese

L'assessore D’Ercole: «Chi paga per smontarlo?». L’Aca: «Ci deve pensare il Comune». L’azienda avverte «Il sindaco deve mettere a disposizione una squadra di operai» Il collaudatore Siviero «Problema risolvibile»

PESCARA. «La copertura del ponte del Mare? Può essere smontata e rimontata. Ma bisogna capire chi pagherà l’intervento». E’ quanto ha detto Enzo Siviero, il collaudatore dell’opera simbolo di Pescara che rischia di perdere un pezzo, perché l’Aca non riesce a effettuare i lavori di manutenzione degli impianti sottostanti.

La richiesta di togliere per sempre un tratto di venti metri della struttura in acciaio del ponte, avanzata dai tecnici dell’Aca in commissione lavori pubblici, ha scatenato il caos. Un’opera da 7 milioni di euro, inaugurata un mese e mezzo fa, potrebbe rimanere sfregiata. Togliendo la copertura dalla parte della Madonnina, si vedrà il cemento.

L’assessore Alfredo D’Ercole sta esaminando la possibilità di soluzioni alternative, per evitare danni all’estetica dell’opera. Ma l’azienda acquedottistica, che continua a ribadire l’urgenza dell’operazione di pulizia delle pompe di sollevamento alla Madonnina, per evitare rischi di allagamenti sulla riviera, ha già detto che non intende effettuare interventi sulla struttura in acciaio (carter), perché non sono di sua competenza. A tutto questo si aggiunge la polemica politica, con il centrosinistra che accusa l’amministrazione di lanciare falsi allarmi.

PARLA IL COLLAUDATORE. Il sindaco Luigi Albore Mascia contatterà nelle prossime ore Enzo Siviero, il docente dell’università di Venezia, esperto di ponti, che ha collaudato l’opera simbolo della città. Spera di trovare con lui una soluzione al problema. Il Centro ha contattato il professore per sapere cosa pensa di questa questione. «Sapevo che il problema era stato già risolto in passato», ha rivelato, «comunque, la struttura in acciaio può essere smontata e rimontata con facilità. Resta da capire chi dovrà pagare le spese dei lavori». Siviero si è detto pronto a mettersi a disposizione dell’amministrazione comunale per tentare di trovare una soluzione.

RIFIUTO DELL’ACA. L’azienda acquedottistica si rifiuta di toccare la copertura in acciaio del ponte. «L’Aca», si legge in una nota della direzione, «deve limitarsi alla gestione degli impianti di sollevamento e non ha alcun ruolo nella rimozione del carter. Sarà l’amministrazione comunale a decidere se smontare per sempre o temporaneamente l’involucro in acciaio, ma in quest’ultimo caso dovrà garantire all’Aca la disponibilità del personale ogni volta che sarà necessario intervenire sulle pompe di sollevamento». In pratica, se il Comune non intende smantellare un pezzo della struttura, ma smontarla e rimontarla ogni volta, dovrà assicurare all’azienda la disponibilità di una squadra di operai per effettuare l’intervento, che può durare da 40 minuti fino a 7 ore.

SI STUDIA UN PIANO. Intanto l’assessore ai lavori pubblici D’Ercole ha annunciato che incontrerà i tecnici dell’Aca per studiare eventuali soluzioni. «Nelle prossime ore», ha affermato, «acquisirò il piano di manutenzione del ponte per verificare se il problema del carter fosse stato previsto, con i relativi costi. E’ chiaro che se quella struttura in acciaio risulterà un problema, dovrà essere smontata». L’assessore non ha risparmiato qualche critica nei confronti della precedente amministrazione, che ha voluto e fatto realizzare quel ponte. «Il sospetto», ha osservato, «è che a Pescara, negli anni scorsi, si siano realizzate opere senza pensare alla loro successiva manutenzione, che comporta degli oneri per la pubblica amministrazione. E’ come comprare una Ferrari e poi non avere i soldi per metterci la benzina o per riparare un guasto al motore».