Ricostruzione, partenza a ostacoli

Incontro pubblico a Onna con l'architetto Gaetano Fontana: poche risposte alle domande della gente

ONNA. Confesso una mia ingenuità. Ho sempre avuto la convinzione che le cosiddette “linee guida” per la ricostruzione - messe a punto dall’architetto Gaetano Fontana per conto di Chiodi e Cialente - fossero un punto fermo nel processo che dovrebbe portare alla rinascita dell’Aquila e dei paesi del circondario. Ieri mi sono dovuto ricredere. Le linee guida per ora non portano da nessuna parte e soprattutto non danno le risposte alle domande della gente: quando potrò iniziare a ricostruire? Quanti soldi sono o saranno disponibili? Che ruolo avranno i consorzi che si stanno costituendo? Come verranno rifatte le case? Quando saranno riattivati servizi (più noti come sotto servizi)? E aggiungiamocene anche un’altra: a quale nuova città-territorio si sta pensando, qual è la strategia di lungo respiro?

Ieri pomeriggio a Onna c’è stato un incontro pubblico, organizzato dalla Onlus, il primo da quando l’architetto Gaetano Fontana ha avuto l’incarico di responsabile «della struttura tecnica di missione». Sono andato con la speranza di dare oggi ai lettori del Centro, attraverso le parole di Fontana, qualche risposta alle domande di cui sopra. Alla fine l’architetto ha promesso che tornerà a Onna fra un mese per cominciare a chiarire meglio la situazione. Come dire: siamo solo all’inizio, abbiamo appena cominciato, è ancora tutto da fare.

Vediamo comunque quel poco che è emerso nell’incontro con Fontana.

SECONDE CASE.
Alla domanda del presidente della Onlus di Castelnuovo (paese dimenticato da Dio il sei aprile e dagli uomini nei mesi successivi) su che fine faranno le seconde case (fondamentali se si vogliono ricostruire i centri storici), Fontana ha ribadito: la prima casa sarà finanziata al 100 per cento, le seconde case se sono nel centro storico saranno finanziate solo per le parti strutturali.

QUANTI SOLDI.
Sulla questione dei soldi e dei contributi ai privati c’è buio pesto. Per esempio quando si parla della ricostruzione di un palazzo storico abitato da una famiglia e quindi prima casa, nel costo finale sarà ricompreso anche il restauro di un antico affresco che potrebbe far lievitare la fattura di migliaia di euro? Non si sa. Dovrebbe essere la soprintendenza a fornire strumenti interpretativi. Questo sta a significare, semplificando, che nessuno è in grado di quantificare quanti miliardi di euro e quanto tempo ci vorranno per ricostruire L’Aquila e i paesi.

CANTIERI SUBITO.
Fontana ha insistito sui famosi sei aggregati dell’Aquila dove i cantieri potrebbero essere aperti subito. Ma anche qui bisogna attendere le risposte delle società di gestione dei sottoservizi che devono rifare quasi tutti gli impianti. Cantieri subito quindi ma per modo di dire perchè tutto è legato a fattori variabili e indipendenti.

PROGETTAZIONE.
Per quanto ho capito (ma potrei aver capito male) non si sa ancora come rifare le case. Cioè con quali metodologie di costruzione, cosa che chiaramente incide molto sui costi. Per adesso si susseguono incontri e assemblee un po’ ovunque in cui c’è sempre un tecnico pronto a dire: ci penso io, datemi deleghe e direzione dei lavori e state tranquilli. La gente, per ora, si fida.

CONSORZI.
Al momento tutti i consorzi che sono stati creati restano solo un bel gioco di società. Infatti ieri sera a Onna si è parlato di “regole” per i consorzi. Quali regole non si sa. L’unica cosa che forse sarà utile in futuro sono i cosiddetti aggregati di edifici.

PIANI RICOSTRUZIONE.
Un abitante di Tempera ha posto il seguente quesito: se il Comune per i paesi non procede in tempi rapidi a fare i piani di ricostruzione possono essere le Onlus o altre associazioni locali a realizzarlo?. No, non possono, si possono solo fare proposte, poi deve pensarci il Comune a recepirle e metterle insieme. La burocrazia deve avere il suo osso. Alla fine dell’incontro la sensazione che c’è ancora quasi tutto da decidere e fare è stata forte. L’architetto Fontana però almeno un merito ce l’ha: ha cominciato ad andare fra la gente a sentire quali sono le domande “vere”. Forse è il caso che ci vada il più spesso possibile magari trascinandosi dietro anche Cialente e Chiodi. Meno carte e più confronto. La gente rivuole le proprie case. Rivuole lavoro e servizi. Delle chiacchiere ne ha abbastanza