l'iniziativa

#Salviamofratellolupo, campagna del Parco Majella contro le dicerie

Su Facebook e su Twitter le foto postate dal Parco per sensibilizzare sull'importanza del lupo e della biodiversità

PESCARA. Tre lupi nella notte a Piazza San Pietro, un lupo solitario in pieno giorno su via della Conciliazione e uno che si nasconde nel Colonnato del Bernini. Sono fotomontaggi provocatori, ma le motivazioni che hanno spinto il Parco nazionale della Majella a lanciare la campagna web #Salviamofratellolupo sono reali e urgenti.

L'obiettivo è sfatare le tante dicerie che aleggiano intorno a questi animali e fare corretta opera di informazione. La campagna viaggerà su internet, sul sito e sui profili Facebook e Twitter del Parco dove sarà possibile conoscere tutte le dicerie sul lupo appenninico e i rischi reali che corre questo animale.

«Con questa campagna vogliamo uscire dagli schemi della comunicazione convenzionale e puntare al paradossale - spiega il presidente del Parco della Majella, Franco Iezzi - È intollerabile che ancora oggi, dopo tanto lavoro della comunità scientifica e dei parchi per recuperare questa specie a rischio estinzione, in alcune culture molto radicate nel nostro Paese i lupi siano considerati incarnazione di perfidia e cattiveria e come tali animali da sterminare. Questa cultura sbagliata e retrograda è molto spesso condita da false dicerie. Con la campagna #salviamofratellolupo abbiamo voluto recuperare l'idea francescana del lupo come parte integrante e indispensabile dell'ecosistema, che per avere giustizia non vede altra strada se non quella di rivolgersi a Papa Francesco per porre fine alla persecuzione ai danni della sua specie».

È recente, tra l'altro, una nuova minaccia, ricorda Iezzi. «Nel 'Piano di conservazione e gestione del lupo in Italià, all'esame della Conferenza Stato Regioni, c'è l'ipotesi di un abbattimento selettivo di lupi nelle zone dove il conflitto con l'uomo è più problematico. Un'ipotesi fortemente contestata da gran parte degli esperti».

Con la campagna #salviamofratellolupo sarà diffuso un vademecum, con foto e vignette per far conoscere meglio questo carnivoro. Tra le dicerie più diffuse e più dannose quella che i lupi siano stati reintrodotti artificialmente in Italia o quella che i lupi attaccano l'uomo o ancora che, se non cacciati, i lupi invaderanno il Paese. Affermazioni del tutto sbagliate, che però hanno contribuito fenomeni odiosi come il bracconaggio, l'avvelenamento e l'uccisione con i lacci di numerosi esemplari ogni anno.

Il Parco della Majella, 75.000 ettari di natura protetta, può vanta un numero di lupi che, in proporzione al territorio, è ben superiore per esempio a quello del Parco di Yellowstone. I danni recati dal carnivoro al bestiame domestico sono tra i più bassi mai registrati, le misure di prevenzione e mitigazione tra le più innovative nel contesto europeo; grazie al Progetto Life Wolfnet anche gli studi condotti sui branchi di lupo della Majella risultano tra i più dettagliati nel contesto internazionale. Nei primi anni '70 sulla Majella venivano studiati gli ultimi lupi rimasti in Appennino; quarant'anni fa, proprio nella Majella fu sperimentato il primo radiocollare a un lupo.