L’OPINIONE

SAREBBE DAVVERO L’ORA DEI GESTI RESPONSABILI

Con la Protezione spa l’obiettivo è creare una vera società per affari

Il Pd sferra l’offensiva: Bertolaso dia responsabilmente le dimissioni e il governo ritiri il decreto legge per la Protezione Civile Spa. Analoghi inviti, più sfumati, sono venuti da più parti nelle ultime ore. Quanto affiora sin qui dalle indagini presenta aspetti così gravi da esigere atti di responsabilità. Anzitutto da parte del potentissimo sottosegretario alla Protezione civile se non vuole far precipitare con se stesso una struttura di pronto intervento alla cui efficienza ha notevolmente concorso, sia pure con una allure militaresca e personalistica.

Nelle ultime ore Guido Bertolaso ha ammesso di non aver «controllato tutto». Strano. Egli è noto per non lasciar uscire neppure una riga dalla «sua» Protezione civile senza aver tutto controllato. Perché mai non ha vigilato su appalti arcimilionari per opere in deroga a leggi e regolamenti strategici? Leggendo i testi delle preziose (ancora una volta) intercettazioni, un’altra domanda affiora: com’era pensabile che un uomo carico di tante e formidabili responsabilità avesse per interlocutori privilegiati persone così mediocri e volgari? Cosa c’era, ad esempio, da «festeggiare» a base di ostriche, aragoste e champagne alla Maddalena, tutti insieme, vertici della Protezione Civile e gli immancabili fratelli Anemone, quando il G8 lì era saltato da mesi e all’Aquila la gente stava ancora nelle tendopoli?

Quando la vera ossatura delle emergenze, cioè il corpo dei Vigili del Fuoco, nel pieno dei soccorsi in Abruzzo, scioperava «a rovescio», cioè lavorando di più, ma non rinunciando a denunciare di essere sotto organico per 15mila unità, di avere meno risorse, automezzi vecchi, spesso di trent’anni, e un contratto scaduto? Ma c’è, fondamentale, l’altro aspetto: la disponibilità cioè di Guido Bertolaso e dei più stretti collaboratori di Silvio Berlusconi a fare della Protezione civile Spa il braccio operativo del governo ben al di là delle grandi emergenze, ma ogni qual volta il premier decida che bisogna agire senza l’impaccio delle Camere, di leggi e regolamenti, usando perciò, a proprio piacimento, lo strumento delle Ordinanze.

Se nel sito ufficiale di Palazzo Chigi decreti legge, decreti legislativi e decreti del presidente occupano, per il 2009, ben 43 pagine, 567 sono state le Ordinanze berlusconiane con le quali è stato aggirato, devitalizzato, eluso il corpo delle leggi, delle regole, delle procedure che sono la sostanza della democrazia. Con la Protezione civile Spa così disegnata, si crea non solo una Società per azioni totalmente in mano alla presidenza del Consiglio, ma una vera e propria Società per Affari, vanificando o depotenziando leggi su appalti, subappalti ed espropri, controlli di livello superiore, vincoli paesaggistici, idrogeologici. Con un commissario - a volte senza alcuna data di scadenza - per ogni «Grande Evento» stimato tale da Berlusconi. Un vero e proprio Stato nello Stato. Uno di serie A (quello dei Grandi Affari) «in deroga»; l’altro di serie B, quello «ordinario» tenuto a norme e paletti. Un accentramento autoritario ed opaco mai tentato dal 1945 ad oggi. Quasi un «golpe bianco»