ABRUZZO

Sciopero del trasporto pubblico: orari e mezzi coinvolti

Servizi non garantiti per 24 ore a causa del mancato rinnovo del contratto di lavoro

PESCARA. Oggi (martedì 1° giugno) scioperano i lavoratori e le lavoratrici del trasporto pubblico locale per il rinnovo del contratto nazionale degli autoferrotranvieri-internavigatori. In Abruzzo il personale viaggiante (autobus, tram, metropolitane, vaporetti), gli addetti al servizio di mobilità delle persone (biglietterie, attività accessorie di manutenzione) e il personale a terra incrociano le braccia per 24 ore garantendo comunque il rispetto delle fasce di garanzia aziendali. 

L'astensione delle prestazioni lavorative è stata proclamata dalle segreterie nazionali dei sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal, Ugl Fna e dalle segreterie regionali Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal, Ugl Autoferro.

Queste le compagnie abruzzesi coinvolte e le fasce orarie di sciopero: Ama, Tua, Di Fonzo, Napoleone, La Panoramica, Cerella, Satam, Baltour, Tessitore, Di Giacomo Angelo Domenico & C. La fasce orarie variano a seconda della compagnia.

I MOTIVI DELLA PROTESTA. I lavoratori del trasporto pubblico locale protestano per il mancato rinnovo del contratto nazionale, scaduto da oltre 3 anni. “Malgrado gli sforzi, i sacrifici affrontati quest’anno - si legge in una nota - e nonostante i diversi provvedimenti legislativi con i quali sono stati stanziati in favore delle aziende 2,8 miliardi di euro circa, le organizzazioni sindacali continuano a ricevere dalle rappresentanze datoriali proposte inaccettabili sul rinnovo del contratto. Le aziende non possono continuare a ignorare le esigenze dei loro dipendenti e preoccuparsi esclusivamente di incrementare gli utili dei loro bilanci, che forse nei prossimi mesi appariranno meno catastrofici di quanto ci si aspetti. Di contro, molte lavoratrici e lavoratori che, pur continuando a fornire il loro indispensabile contributo, sono stati sospesi dal lavoro e posti in cassa integrazione vedendo, come molti altri lavoratori nel Paese, drasticamente ridotto il proprio reddito. Una ragione in più, non la principale, perché si superi l’inaccettabile diktat delle aziende del settore, che vorrebbero azzerare le perdite salariali nel triennio 2018/2020 e negare gli aumenti contrattuali, perpetuando una perdita di potere di acquisito di stipendi quasi congelati dopo anni di stasi contrattuale". Autoferrotranvieri e internavigatori rivendicano "il loro legittimo diritto al riconoscimento economico relativo al triennio pregresso e al rinnovo del contratto nazionale, scaduto da oltre 3 anni, e chiedono che si proceda ad un reale ammodernamento delle norme contrattuali, atte a superare bassi salari e a garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, unitamente al miglioramento della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche attraverso una profonda riforma del settore, che favorisca le aggregazioni delle oltre 900 aziende esistenti, per uno sviluppo del settore che elimini diseconomie, inefficienze, sprechi, aumentando la qualità del servizio e del lavoro".