Sevel, è scontro fra Fiom e gli altri sindacati

Il segretario dei metalmeccanici Cgil Landini oggi arriva in una fabbrica divisa

ATESSA. Difendere la Sevel ad ogni costo attraverso la firma del contratto unico del settore auto proposto da Fiat. E' la risposta di Uilm, Fim e Fismic alla presa di posizione della Fiom che continua a dichiararsi contraria all'estensione dell'accordo di Pomigliano su tutti gli stabilimenti italiani del Lingotto e anche sulla Sevel, lo stabilimento del Ducato che, unico in tutto il panorama Fiat, continua a essere produttivo.

E intanto oggi a Lanciano è atteso il segretario nazionale della Fiom, Maurizio Landini, per discutere proprio del caso Sevel.

La Val di Sangro, nello scacchiere generale della nuova contrattazione Fiat, continua ad essere terreno di scontro. La Fiom locale non ritiene necessario, in linea con la posizione nazionale del sindacato, che si estendano le «misure» di Pomigliano anche in Abruzzo.

Non solo perché considera l'accordo del 29 dicembre dell'anno scorso come un «azzeramento di tutti i diritti», ma perché lo stabilimento del Ducato, forte dei suoi numeri e delle sue prestazioni, sarebbe già altamente competitivo e quindi sarebbero del tutto inutili i provvedimenti che inasprirebbero i ritmi di lavoro e porterebbero fino a 120 ore i carichi degli straordinari.

Ma dall'altro lato della contrattazione, la posizione della Fiom viene giudicata «scellerata».

«Stiamo lavorando per avere un contratto che sia continuativo e che garantisca ai lavoratori salario, diritti e tutele», sottolinea Nicola Manzi, Uilm-Uil. «A Torino vogliamo ribadire la specificità Sevel e chiederemo garanzie sul fatto che la ricchezza prodotta in Sevel venga redistribuita tra i suoi dipendenti con un premio di risultato che sia certo e che sappia riconoscere il crescendo di produttività che Sevel ha garantito finora al gruppo Fiat».

Intanto, lunedì prossimo, a Torino si riapre il tavolo della contrattazione. Voci sempre più insistenti indicano che si dovrebbe andare ad oltranza fino alla firma di un contratto unico.

«Il comportamento della Fiom in questa fase delicatissima», critica Domenico Bologna della Fim-Cisl, «è da incoscienti. A rischio ci sono anche le vecchie conquiste: non abbiamo più tempo per strumentalizzazioni, oggi quello che deve essere prioritario per tutti è fare gli interessi dei lavoratori garantendo loro un contratto. L'atteggiamento della Fiom finora non ha portato a nulla, mentre in Sevel in un anno noi abbiamo assicurato un posto di lavoro a 520 operai, 120 di loro già con contratto a tempo indeterminato».

«La Fiom scherza col fuoco», rimarca Roberto Salvatore della Fismic. «Non c'è più tempo per le battaglie ideologiche, bisogna cercare di tutelare i posti di lavoro. I rappresentanti rsu sono frastornati, non si rende un buon servizio ai lavoratori con questo atteggiamento».

Intanto, però, la Fiom ribadisce la sua linea: no a un contratto stile Pomigliano, se si dovesse arrivare a quello si farà ricorso al tribunale.

Lunedì a Torino si cercherà di arrivare a una proposta diversa, altrimenti, dice la Fiom, sarà scontro totale, stabilimento per stabilimento.

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