"Sono una persona pulita, accuse fantasiose"

L'esponente politico è amareggiato: non ho mai avuto rapporti con la malavita

CELANO. Cade dalle nuvole perché non sa nulla dell'inchiesta che lo riguarda. Le notizie gli rimbalzano dal sito di Repubblica a tarda sera. Lo contattiamo al telefono mentre si trova a Roma.

Il senatore Filippo Piccone, 50 anni, coordinatore regionale del Popolo della libertà e sindaco di Celano per il secondo mandato, ostenta sicurezza anche se non nasconde di essere amareggiato per una notizia costituita da «fantasie allo stato puro, invenzioni di sana pianta».
Dichiara di non aver ricevuto alcun provvedimento da parte della magistratura e annuncia una conferenza stampa - forse già questa mattina - perché, prima di entrare nel merito della vicenda, preferisce prendere visione degli eventuali atti giudiziari che lo riguardano. «Cado dalle nuvole», si limita a dire, «e mi sembra una situazione a dir poco surreale. Non ho avuto rapporti con niente e nessuno», precisa, «da sempre preferisco evitare contatti con chiunque possa essere solo lontanamente collegabile a personaggi in odore di malavita. Sono una persona pulita e rispettabile».

Piccone precisa inoltre di «non essere indagato per la questione dei termovalorizzatori. Io non c'entro nulla».

Il senatore del Pdl è titolare della Korus, azienda con sede amministrativa a Roma e stabilimento a Sabaudia (Latina), da oltre 10 anni tra i principali produttori di infissi in alluminio, alluminio-legno e pvc in Italia. A questo proposito ribatte anche sulla fornitura di finestre per la ricostruzione post-terremoto.

«Nella fase della ricostruzione ho ricevuto due richieste di preventivo da parte di aziende private», rammenta il coordinatore regionale del Pdl, «e proprio per evitare problemi all'epoca andai all'Aquila e ne parlai con l'allora prefetto, Franco Gabrielli».

«Lo informai di aver ricevuto queste due proposte», aggiunge, «e chiesi a lui, il prefetto che controllava la regolarità degli appalti, come dovessi comportarmi. Non ebbe nulla da obiettare sul fatto che potessi fornire i prodotti che mi venivano richiesti, perché sono un imprenditore che lavora nella massima trasparenza. Vi sembra questo l'atteggiamento di chi ha qualcosa da nascondere e intrattiene rapporti con un clan malavitoso come quello dei casalesi?».

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