Sviluppo sostenibile: un modello moderno per la nuova impresa
I rapporti con gli Enti pubblici e con gli istituti bancari Come cambia l’approccio per coniugare etica e business
PESCARA. Focus sui nuovi modelli di sviluppo economico sostenibile per la seconda tavola rotonda del convegno Top200. A dialogare con Domenico Ranieri e con Stefano Amicone, partner responsabile della sede PwC di Pescara, c’erano Ercolino Ranieri, amministratore delegato di Xenia, una delle prime società benefit abruzzesi, attiva nell’hotellerie e nel settore travel, Francesco Paolo Acito, vice direttore generale della Banca popolare di Puglia e Basilicata, e Stefano Cianciotta, amministratore delegato della Fira, la finanziaria regionale abruzzese.
È stato proprio quest’ultimo ad aprire la discussione, ponendo l’accento sulla necessità di agire sul miglioramento del management delle aziende abruzzesi. «Dobbiamo innanzitutto comprendere il peso dell’industria nella nostra regione, che è preponderante», ha esordito il dirigente, «e dobbiamo cambiare la percezione di quello che rappresenta per il territorio». «La Fira», ha proseguito, «dovrà agevolare il processo di “managerizzazione” delle imprese, ed elevare culturalmente i manager. Dovrà aiutarle, quando necessario, a quotarsi in Borsa». Per quanto riguarda le Pmi, «il tema è aiutarle ad integrarsi, per non ripetere l’esperienza dei Poli di innovazione, falliti perché non erano “managerizzati”», ha concluso Cianciotta.. Stimolato da Stefano Amicone, è stato Ercolino Ranieri a tornare al tema della sostenibilità e dei criteri dell’Esg. «Il periodo 2020-2021 è stato per noi una scuola di sopravvivenza», ha raccontato Ranieri. «Ci siamo salvati proprio grazie al management, alle persone che lavoravano con noi e alla nostra politica Esg. Anche se non ci sono vantaggi fiscali ad essere società benefit, ci sono vantaggi diversi. Essere società benefit dimostra che si può fare profitto pur sposando le norme più stringenti rispetto al sociale e all’ambiente. E bisogna dichiarare pubblicamente il proprio impegno». La Xenia investe una parte dei profitti in attività di carattere sociale ed etico. «Tutti i nostri dipendenti partecipano all’obiettivo», prosegue Ranieri. «Sembrava impossibile. Nel periodo del Covid, nel nostro settore molti hanno chiuso, ma noi siamo rimasti sempre aperti e non abbiamo mandato via nessun dipendente».. Acito ha invece parlato del punto di vista della finanza. «L’Esg non impatta solo sul merito creditizio delle aziende», ha specificato il vice direttore Bppb, «ma anche sulla banca come azienda. Si deve adeguare anch’essa agli standard qualitativi. Noi le rispettiamo anche internamente con iniziative per le mamme lavoratrici, corsi di formazione indirizzate alle scuole, mostre, eventi culturali». Comunque, avverte Acito, «i criteri dell’Esg non devono essere un mantra, bisogna considerare le buone norme per l’erogazione del credito». E soprattutto, conclude, «bisogna accompagnare le imprese e far capire loro i vantaggi» dell’abbracciare la politica della sostenibilità, sia in termini di accesso al credito, sia in termini di appartenenza alle filiere produttive.. In coda, l’intervento di Graziano Di Costanzo, direttore regionale della Cna, che ha ricordato che la doppia transizione, per essere davvero efficace, «non deve lasciare indietro le piccole e micro imprese, che in Abruzzo rappresentano la quasi totalità del tessuto imprenditoriale e il 70% degli occupati». Impossibile lo sviluppo del territorio, ha concluso, se non si tiene nel giusto conto questa enorme fetta di mondo economico.(s.d.n.). ©RIPRODUZIONE RISERVATA
È stato proprio quest’ultimo ad aprire la discussione, ponendo l’accento sulla necessità di agire sul miglioramento del management delle aziende abruzzesi. «Dobbiamo innanzitutto comprendere il peso dell’industria nella nostra regione, che è preponderante», ha esordito il dirigente, «e dobbiamo cambiare la percezione di quello che rappresenta per il territorio». «La Fira», ha proseguito, «dovrà agevolare il processo di “managerizzazione” delle imprese, ed elevare culturalmente i manager. Dovrà aiutarle, quando necessario, a quotarsi in Borsa». Per quanto riguarda le Pmi, «il tema è aiutarle ad integrarsi, per non ripetere l’esperienza dei Poli di innovazione, falliti perché non erano “managerizzati”», ha concluso Cianciotta.. Stimolato da Stefano Amicone, è stato Ercolino Ranieri a tornare al tema della sostenibilità e dei criteri dell’Esg. «Il periodo 2020-2021 è stato per noi una scuola di sopravvivenza», ha raccontato Ranieri. «Ci siamo salvati proprio grazie al management, alle persone che lavoravano con noi e alla nostra politica Esg. Anche se non ci sono vantaggi fiscali ad essere società benefit, ci sono vantaggi diversi. Essere società benefit dimostra che si può fare profitto pur sposando le norme più stringenti rispetto al sociale e all’ambiente. E bisogna dichiarare pubblicamente il proprio impegno». La Xenia investe una parte dei profitti in attività di carattere sociale ed etico. «Tutti i nostri dipendenti partecipano all’obiettivo», prosegue Ranieri. «Sembrava impossibile. Nel periodo del Covid, nel nostro settore molti hanno chiuso, ma noi siamo rimasti sempre aperti e non abbiamo mandato via nessun dipendente».. Acito ha invece parlato del punto di vista della finanza. «L’Esg non impatta solo sul merito creditizio delle aziende», ha specificato il vice direttore Bppb, «ma anche sulla banca come azienda. Si deve adeguare anch’essa agli standard qualitativi. Noi le rispettiamo anche internamente con iniziative per le mamme lavoratrici, corsi di formazione indirizzate alle scuole, mostre, eventi culturali». Comunque, avverte Acito, «i criteri dell’Esg non devono essere un mantra, bisogna considerare le buone norme per l’erogazione del credito». E soprattutto, conclude, «bisogna accompagnare le imprese e far capire loro i vantaggi» dell’abbracciare la politica della sostenibilità, sia in termini di accesso al credito, sia in termini di appartenenza alle filiere produttive.. In coda, l’intervento di Graziano Di Costanzo, direttore regionale della Cna, che ha ricordato che la doppia transizione, per essere davvero efficace, «non deve lasciare indietro le piccole e micro imprese, che in Abruzzo rappresentano la quasi totalità del tessuto imprenditoriale e il 70% degli occupati». Impossibile lo sviluppo del territorio, ha concluso, se non si tiene nel giusto conto questa enorme fetta di mondo economico.(s.d.n.). ©RIPRODUZIONE RISERVATA