Vela, la sfida di Davide ConsorteIn solitario sulla rotta del rhum

Il navigatore pescarese alla regata oceanica. Testimonial l'Ail, risponderà alle e-mail dei bambini

PESCARA. Davide Consorte sta per coronare un altro sogno. Il navigatore pescarese è tornato in mare per prepararsi alla Route de Rhum, la superclassica della vela in solitaria d'altura francese, da St. Malo a Point-a-Pitre in Guadalupa che parte il 31 ottobre, ritracciando la vecchia rotta commerciale del Rhum. E questa volta Davide non è solo. Con lui in mezzo all'oceano ci saranno i bambini dell'Ail, l'associazione contro le leucemie, che gli scriveranno giorno dopo giorno le e-mail e lo seguiranno sul suo sito. Davide è il testimonial della loro speranza. In barca sarà i loro occhi, rispondendo alle letterine tra una bolina e una bonaccia. Con lo stemma dell'Ail raffigurato sulla randa della sua Adriatech.

La Route du Rhum rappresenta per il navigatore pescarese l'ennesima avventura sui mari. Dopo l'interminabile Route du Chocolat che l'ha portato nel 2009 dalla Francia in Messico (4mila miglia), dopo le traversate oceaniche dalla Martinica alle Azzorre, dopo le "lunghe" nel Mediterraneo e nell' Europa occidentale, ecco la mitica regata-sogno di tutti i navigatori solitari di 3.600 miglia alla quale si partecipa soltanto dopo aver superato un severa selezione (83 le imbarcazioni iscritte).

Davide, che ha 31 anni, è a St. Malo, in Francia, per preparare Adriatech, un Class 40, di circa tredici metri di lunghezza dei cantieri bretoni Structures di Combrit con il quale ha partecipato alle altre competizioni. Lì si apprestano a raggiungerlo parenti, amici e soci della «Scuffia», il circolo velico di Pescara con il quale lo skipper collabora quando torna a casa. Un po' d'Abruzzo a un evento mondiale della vela e sull'antica rotta che percorrevano i mercanti del rhum.

La preparazione.
«Sono un autodidatta», piace ripetere al navigatore pescarese in controtendenza ai suoi rivali che trovano il supporto di Enti pubblici e sponsor tecnici: «Mi aiuta un po' mio padre che sta in pensione». Il budget per questa avventura si aggira attorno a 100mila euro. «La preparazione è soprattutto mentale oltre che fisica, mi alleno a stare da solo in barca in condizioni estreme in modo da sapere subito che cosa mi aspetta e che cosa fare. Devo riuscire a restare tranquillo in tutte le situazioni, poi, quando mancherà una decina di giorni alla partenza, mi riposerò per trovare la concentrazione. Sedute di yoga? Non ci ho pensato, può essere un'idea».

La cambusa.
La spesa per la Route la farà a ridosso della partenza. «Porterò con me a bordo molta frutta, pasta, sugo, biscotti noccioline e mandorle, tutte cose ipocaloriche che si riescono a mangiare anche quando c'è il mare grosso», prosegue Davide sottolineando che potrà cucinare la pasta solo con la pentola a pressione e se le condizioni meteo non saranno proibitive: «Prevedo di ballare un po' all'inizio, nel golfo di Guascogne e sopra al Portogallo». Per bere, una borsa frigo con un blocco di ghiaccio che utilizzerà a mano a mano che si scioglierà.

Il riposo. Tremila miglia da coprire in circa due settimane di navigazione estenuante. «Si dorme quando si può, come i cani», aggiunge, quasi a sottolineare il legame con la natura che l'essere soli in mezzo all'enormità dell'oceano costringe a tirare fuori dal nostro bagaglio ancestrale. Sotto la tuga del Class 40 c'è una sorta di amaca. Ma è spesso il pozzetto (i sedili a poppa dove si trova la ruota del timone) ad offrire un giaciglio al vento. «In genere in navigazione non dormo più di venti minuti per volta e nei primi due giorni diventa tutta una questione di abitudine. Molte volte succede che non dormo per 24 ore, ma fa parte del gioco».

Le emozioni.
«Sono già sotto tensione», afferma, «per me è un onore essere fra i grandi della navigazione oceanica, per di più sono uno dei pochi non professionisti. Non vedo l'ora che arriva la regata perché quando sono in barca sono in pace con me stesso, non ho più tensioni. In mare aperto, nel vento, non ho problemi, il problema è quando vedi la terra e ti stai per avvicinare. Allora, sì, che comincio a preoccuparmi».

Gli obiettivi.
Davide Consorte è del segno zodiacale Gemelli e ha le idee chiare: «Alla Route du Rhum chiedo di navigare, di navigare bene, e di arrivare prima possibile. C'è la volontà e l'energia: vediamo dipende tutto da me». Il fatto di essere testimonial Ail costituisce per lui una sorta di patto con chi è più sfortunato: «Voglio viaggiare il più a lungo possibile, far conoscere al mondo il logo dell'Associazione. Con i bambini che mi scriveranno le letterine condividerò la regata, ci terremo in contatto. Almeno così servo anche a qualcosa».

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