Villa Pini, irrompe la protesta

Lavoratori in assemblea poi l’incursione al consiglio comunale

PESCARA. Tour di protesta tra la mega assemblea del mattino e le incursioni nella vita pubblica e istituzionale pescarese. I dipendenti Sanstefar, una ventina, si sono presentati nell’aula dell’assemblea comunale dedicata a Flaiano, issando cartelli e interrompendo la seduta prima di essere ricevuti dal presidente del consiglio regionale, Nazario Pagano. Successivamente, i lavoratori sono intervenuti nella sala De Cecco, per denunciare il dramma di migliaia di famiglie senza reddito da 340 giorni.

Una giornata cominciata nel salone della Cgil di Pescara, dove si sono riversati oltre 200 operatori della sanità per partecipare alla grande assemblea sindacale che si è caratterizzata da un’apertura della Uil al dibattito indetto da Cgil, Cisl e Ugl. Sintomo di un ritorno alla unitarietà del movimento sindacale attorno a una vertenza che, nel corso del tempo, ha visto profonde lacerazioni tra i lavoratori e la presenza costante di un «sindacato giallo».
Unanime la contestazione a quella che viene definita la «tattica dilatoria della giunta Chiodi», confermata dall’incontro di giovedì con il pool dei curatori fallimentari di Villa Pini, l’avvocato Giuseppina Ivone con i subcommissari Falcone e Cancelli.

«I curatori ci hanno detto che dal 19 febbraio attendono risposte dalla Regione in ordine alla revoca della sospensione degli accrediti a Villa Pini», commenta Angela Scottu (Cgil), «se dovesse persistere la sospensione dei crediti, la curatela sarebbe costretta a interrompere l’esercizio provvisorio entro 15 giorni». In pratica, l’anticamera della liquidazione di Villa Pini.

La Cisl manifesta sconcerto e preoccupazione sull’andamento della vertenza. E propone una grande manifestazione di piazza avvertendo che saranno erette barricate laddove fosse confermato il disegno di «risanare i debiti della sanità sulla pelle di 1600 lavoratori».
Operatori di grande professionalità, sottolinea Mimmo Rega (Uil), nel corso del suo intervento nell’assemblea pescarese, «di cui gli assistititi e l’Abruzzo hanno assoluto bisogno».

«Sulla vicenda Villa Pini», rileva il capogruppo regionale del Partito democratico, Camillo D’Alessandro, «la cosa più imbarazzante è il silenzio di Chiodi, nella sua duplice veste di commissario e presidente della Regione, e dall’assessore Lanfranco Venturoni. Il silenzio può nascondere due cose: l’incapacità totale di muoversi o qualche disegno che non si vuole svelare. Perché la Regione non costituisce una società pubblica, da noi più volte proposta, per rilevare le attività sanitarie su cui altri vogliono fare affari?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA