Joaquin Phoenix, Oscar per il miglior attore con Joker

TURNO DI NOTTE

La seconda possibilità in una vita da Joker

Si può non amare Joaquin Phoenix e perfino detestare Joker, il film che gli è valso l’Oscar per il migliore attore protagonista. Ma il discorso con cui l’attore americano ha accettato la statuetta è degno di memoria. Davanti alla platea globale della diretta televisiva Phoenix ha fatto a pezzi la sua immagine: «Sono stato una canaglia per tutta la mia vita, sono stato egoista. A volte sono stato crudele, è stato difficile lavorare con me, e sono grato che molti di voi in questa stanza mi abbiano dato una seconda possibilità. Penso che è quello che succede quando siamo al meglio: quando ci sosteniamo l’un l’altro». Una seconda possibilità è quella che assai di rado l’America concede ai suoi figli. Nel mondo diviso con l’accetta fra vincitori predestinati e perdenti senza possibilità di riscatto non c’è quasi mai un purgatorio in cui preparare la rivincita. «Non ci sono secondi atti nella vite americane», annotò nei suoi taccuini Francis Scott Fitzgerald mentre preparava “Gli ultimi fuochi”, il suo finale e incompiuto romanzo sulla vita di un produttore hollywoodiano. E proprio nella Città dei lustrini, l’altra sera, Phoenix ha usato se stesso come smentita vivente del presagio dell’autore del Grande Gatsby. Le seconde possibilità esistono, ha detto. Anche se per giocarsele bisogna a volte mascherarsi da folli. Come Joker, come Joaquin Phoenix.
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