Stop alle nozze, test psichiatrico per Sgarbi

Il tribunale blocca il matrimonio con Sabrina Colle, attrice e modella originaria di Avezzano. La figlia Evelina: «Ho agito nel suo interesse»
ROMA. Un matrimonio annunciato e poi sospeso. Un padre celebre, una figlia che chiede tutela. E una decisione del tribunale di Roma che non chiude la storia, ma la congela sotto una lente clinica: è l’ennesimo capitolo – delicato e tagliente – della vicenda giudiziaria del critico d’arte ed ex ministro Vittorio Sgarbi, da sempre abituato a stare sotto ai riflettori ma, ora, costretto a fermarsi. Sgarbi, infatti, non necessita di un amministratore di sostegno. A stabilirlo è stato il tribunale, che ritiene però indispensabile qualcosa di altrettanto decisivo: una perizia psichiatrica, che accerti le condizioni “psicologiche, psicopatologiche e cognitive” del critico d'arte e che dimostri, pertanto, la sua capacità di comprendere le conseguenze personali, patrimoniali e giuridiche. Tra queste, una su tutte: la capacità di contrarre matrimonio.
Le nozze con l’attrice e modella originaria di Avezzano, Sabrina Colle, restano, pertanto, sospese. A firmare la consulenza tecnica d’ufficio sarà la psicoterapeuta Lili Romeo, mentre i risultati usciranno intorno a maggio 2026. Una decisione che arriva dopo mesi difficili, segnati da un periodo di forte depressione – e da un ricovero nel policlinico Gemelli – e che rappresenta, per molti versi, una svolta. Anche perché segna una vittoria, almeno parziale, per la figlia Evelina, che lo scorso settembre si era rivolta ai giudici chiedendo la nomina di un amministratore di sostegno. Istanza non accolta, ma nemmeno archiviata senza conseguenze.
A sottolinearlo è il legale della figlia, Lorenzo Iacobbi, che non nasconde la soddisfazione: «Finalmente non saranno più pseudo-opinionisti, sedicenti postini o finti amici del professore a esprimere valutazioni prive di competenza medica sulle condizioni di Vittorio Sgarbi, ma un medico, com’è giusto che sia. Raggiunto questo importante risultato, attendiamo sereni e fiduciosi l’esito della perizia, con la consapevolezza di aver agito esclusivamente nell’interesse e nella tutela del professore». Parole dure, che riflettono il clima di tensione che circonda la vicenda: Evelina, più volte accusata di aver agito per ragioni economiche e di mantenimento, respinge così ogni lettura strumentale e parla apertamente di una battaglia condotta per proteggere il padre.
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