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1 GENNAIO

Oggi, ma nel 1947, a Perugia, in piazza Nicolò Piccinino, alle 7 di mattina, l’ex partigiano della brigata Garibaldi Corrado Sassi promuoveva, con l’ex repubblichino Bruno Cagnoli, il capodanno di riconciliazione tra ex componenti della resistenza ed ex combattenti di Salò.

Deponevano insieme una corona (nella foto, particolare), con scritto sul nastro “Gli italiani agli italiani”, ai piedi del monumento ai caduti di tutte le guerre, situato davanti al camposanto. E partecipavano alla messa di suffragio, officiata da padre Anastasio Angelini.

Erano accompagnati da un centinaio di perugini che fino al giorno precedente si sarebbero volentieri sbudellati vicendevolmente per i diversi trascorsi bellici. La cerimonia era poi arricchita dai discorsi di Luigi de Florentis, che prendeva la parola per i partigiani, e di Mario Fettucciari, che argomentava per gli ex fascisti. Era quindi suggellata dalla solenne stretta di mano tra i componenti dei due schieramenti che cessavano di essere nemici per diventare, più civilmente, avversari politici.

Quell’iniziativa destava scalpore a livello nazionale e faceva in qualche modo sognare il popolo italico. Ma incoraggiava anche il presidente del consiglio dei ministri Alcide De Gasperi, che era alla testa del governo di unità nazionale che annoverava ancora democristiani e comunisti insieme, a intraprendere il suo viaggio ufficiale a Washington, in cerca di aiuti economici per il Belpaese, uscito lacerato dal secondo conflitto mondiale.

Sassi, detto “Zuavo”, della banda “Francesco Innamorati”, che operava sopra Deruta, originario di Sansepolcro, classe 1923, agronomo, animatore della lotta contro il nazifascismo agli ordini del Comitato di liberazione nazionale perugino, aveva vissuto in clandestinità dal 10 settembre 1943. Ma, anche grazie alla conoscenza della lingua di Johann von Goethe, aveva compiuto mirabolanti imprese sui monti sopra l'antica città delle ceramiche.

In occasione del 25 aprile 2021, al cimitero monumentale di Perugia, verrà proposta, tra mille polemiche, la stretta di mano tra i figli di Sassi e Cagnoli, Daniele e Alberto, sempre con intento di pacificazione, in ricordo di quanto osato dai genitori.

Tutta la vicenda verrà raccontata dallo stesso Corrado Sassi, nelle 250 pagine del volume “Quel capodanno perduto. Perugia 1 gennaio 1947”, che verrà ripubblicato da Editoriale Umbra, di Foligno, nel 2021. Ma anche nel saggio di Leonardo Varasano, “Il capodanno perduto del 1947. Una tentata pacificazione tra partigiani ed ex fascisti nel nome degli ideali risorgimentali”, in “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, numero 1, del 2019, nuova serie, pagine 191-206.