10 marzo
Oggi, ma nel 1944, a Poggio Bustone, in provincia di Rieti, si consumava lo scontro armato tra repubblichini di Salò, comandati dal questore di Terni, Bruno Pennaria, e i partigiani del Lazio settentrionale, guidati da Mario Lupo, capo della banda di Cepparo di Rivodutri, e coadiuvati dalla Brigata “Antonio Gramsci”, facente riferimento ad Emo Battisti, zio del cantautore Lucio Battisti.
La battaglia coinvolgeva sia la polizia che la Guardia nazionale repubblicana. I caduti erano 14 tra i “neri”, incluso Pennaria, e 7 tra i “rossi. Ad avere la meglio era la resistenza reatina, (nella foto, particolare, lastra in marmo in memoria dell’inizio della guerra partigiana, sulle mura che circondano la chiesa di San Giacomo, in piazza San Felice, a Poggio Bustone, posta dall’amministrazione municipale, in occasione del cinquantesimo anniversario, il 12 marzo 1994) che riusciva a neutralizzare, anche grazie all’appoggio di Vero Zagaglioni, l’operazione di Polizia, in particolare il rastrellamento di renitenti alla leva obbligatoria e di fiancheggiatori del Movimento di liberazione, pensata quale ritorsione dopo l’attacco dei partigiani alla locale caserma della Guardia nazionale repubblicana, del 3 marzo precedente. Di Lupo, già sottotenente dell’8° reggimento dei Lancieri di Montebello, di stanza nell’Urbe, che era stato sciolto, il 16 settembre 1943, dopo la sconfitta tricolore a Porta San Paolo, di Roma, del 10 settembre, e l’occupazione germanica della Capitale, non si avranno più notizie, dal 30 marzo successivo, e per questo verrà reputato “presumibilmente” deceduto.
Ma dietro la scomparsa di Lupo, ritenuto dagli addetti ai lavori un partigiano dimenticato, si snoderanno controverse tesi che spazieranno dalla morte in combattimento, alla fucilazione per punizione, alla soppressione da parte degli stessi resistenti per essersi opposto al rituale di passare per le armi prigionieri fascisti. Quello che verrà considerato il primo eccidio partigiano nel Belpaese, verrà raccontato nel volume, di 73 pagine, di Pietro Cappellari, intitolato “La strage di Poggio Bustone (10 marzo 1944)”, che sarà auto- pubblicato nel 2020.