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11 febbraio

Oggi, ma nel 2004, a Montepulciano, in provincia di Siena, veniva arrestato nella sua tenuta e trasferito nel carcere romano di Regina Coeli l’imprenditore Sergio Cragnotti (nella foto, particolare).

Il patron della società calcistica Lazio, dal 20 febbraio 1992, era accusato della bancarotta fraudolenta legata al crac dell’azienda di conserve alimentari Cirio, per 1,125 miliardi di vecchie lire, della quale era amministratore. Nell’inchiesta venivano coinvolti anche il figlio Andrea Cragnotti e il genero Filippo Fucile. Il 12 marzo 2021 la Corte di cassazione confermerà la condanna, a 5 anni e 3 mesi di reclusione, per Sergio Cragnotti. La Cirio, fondata a Torino nel 1856 da Francesco Cirio, originario di Nizza Monferrato, realtà di rilievo europeo nel settore della passata di pomodoro, ma non solo, era stata rilevata da Cragnotti nel 1994 per 450 miliardi di lire. La vicenda giudiziaria, che si rivelerà particolarmente lunga, diverrà icona di un periodo storico segnato da importanti dissesti societari di portata europea localizzati nel Belpaese. Il caso Cragnotti-Cirio sarà notevole anche per il collegamento ideale con l'aggiotaggio e la bancarotta fraudolenta, da 14 miliardi di euro, della società del latte e non solo Parmalat, di Calisto Tanzi.

Come per Cragnotti, Tanzi era uomo di vertice di una delle importanti formazioni del calcio italico, il Parma, club del quale il figlio Stefano aveva detenuto la presidenza dal 1996 al 2004. Calisto Tanzi era finito in manette, il 27 dicembre 2003, a Milano. Ma a Cragnotti si farà mentalmente riferimento anche in tempi più recenti, quando, il 6 dicembre 2021, nel capoluogo lombardo, verrà tratto in arresto l’imprenditore Massimo Ferrero, dal 12 giugno 2014 presidente della Sampdoria calcio, che finirà nel penitenziario di San Vittore e poi ai domiciliari, sempre per reati societari, ma non riguardanti direttamente il sodalizio genovese del pallone.