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13 APRILE

Oggi, ma nel 1861, a Washington, il segretario di Stato statunitense durante la presidenza di Abraham Lincoln, William Henry Seward, riceveva, attraverso il ministro del regno d’Italia residente negli Usa, Giuseppe Bertinatti, il dispaccio inviato da Camillo Benso, conte di Cavour, in qualità di presidente del consiglio dei ministri nonché titolare del dicastero degli Esteri, volto ad informare che Vittorio Emanuele II di Savoia avesse assunto il titolo di re d’Italia.

Bertinatti (nella foto, particolare, il terzo in piedi da sinistra, a Trenton Falls, New York, nel 1863, durante una visita di dignitari, in compagnia di Seward, primo da destra in piedi col cappello in mano) che era stato nominato in quel ruolo il 28 febbraio precedente, quando ancora vi era il passaggio istituzionale dal regno di Sardegna, grazie al suo carisma, alle sue entrature politiche e insistendo non poco, riusciva ad ottenere da Seward la nota formale d’accettazione della trasformazione dello status del sovrano sabaudo da re di Sardegna a re d’Italia, avvenuta il 17 marzo 1861.

La missiva di Seward, scritta in seconda battuta, era meno lapidaria e asettica rispetto a quella inizialmente vergata. In tal modo venivano ufficialmente avviati, con cordialità invece che con freddezza, i rapporti diplomatici tra il Belpaese, che contava 23 milioni di abitanti, e gli States, che stavano affrontando una situazione più che delicata.

La guerra di secessione americana, infatti, era cominciata proprio il giorno precedente, 12 aprile -con l’attacco di Fort Sumter, nel porto di Charleston, nella Carolina del sud, da parte delle forze confederate secessioniste- e terminerà il 23 giugno 1865. Lincoln aveva iniziato il suo mandato presidenziale alla Casa bianca il 4 marzo di quel 1861.

Nel 2021, in occasione del 160° anniversario dell’avvio dei rapporti diplomatici, verrà allestita, a Washington, la mostra che consentirà di visionare anche il documento di quel 13 aprile 1861, restaurato. A curare l’evento sarà Federica Onelli, archivista del ministero degli Esteri, in sinergia con l’ambasciata tricolore a Washington, retta da Armando Varricchio, l’Archivio storico diplomatico, la Biblioteca della Farnesina di Roma.