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13 giugno

Oggi, ma nel 1999, al passo di Dulje, nel distretto di Prizren nel comune di Suva Reka, un cecchino dell'esercito jugoslavo, che non verrà mai identificato, colpiva a morte il giornalista italiano Gabriel Gruner, del settimanale tedesco Stern, che era col collega fotografo tedesco Wolker Kramer. Lavoravano ad un servizio sulla presenza di eventuali fosse comuni (furono 13mila i civili kosovari massacrati e quelle mattanze verranno considerate crimini contro l'umanità) presenti in zona a due giorni dalla fine della guerra in Kosovo iniziata il 22 aprile 1996. Con loro venne ammazzato anche il traduttore Senol Alit. Mentre Kramer era spirato sul colpo, Gruner era stato raccolto agonizzante da militari britannici e trasportato, inutilmente, nell'ospedale di Tetovo in Macedonia. Erano intenti a chiedere, proprio agli uomini in divisa, informazioni per poter localizzare le fosse e scrivere il loro reportage prima di tornare nella cosiddetta zona sicura. Furono i primi civili assassinati in un Paese Nato dopo la cessazione delle ostilità per la contesa, soprattutto da parte delle truppe slave mosse dal presidente serbo Slobodan Milosevic, del Kosovo allora ricompreso nel territorio dell'Unione delle repubbliche di Serbia e Montenegro. Gruner era altoatesino di Malles Venosta, classe 1963, aveva 20 anni in meno di Kramer, era a Stern dal 1991, mentre Kramer era alla rivista da 30 anni. Avevano svolto molti viaggi insieme. Gruner era un inviato di guerra esperto di Balcani, aveva coperto le zone più pericolose come Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia, Somalia, Afghanistan (nella foto con Kramer, a destra, nel 1992), Algeria e Sudan. Nello sperduto luogo dell'agguato una lapide ricorderà il loro sacrificio.