TODAY

16 gennaio

Oggi, ma nel 1900, ad Avigliana, in provincia di Torino, in località Trucco di San Martino, esplodeva il dinamitificio fondato da Alfred Nobel. Quest’ultimo, infatti, prima ancora di essere l’ideatore del premio col suo cognome, dal 1901, per le classi di fisica, chimica, medicina, letteratura, pace, aveva dato vita alla dinamite, brevettata in Germania nel 1867, ed era morto in Italia, a Sanremo, in quel di Imperia, il 10 dicembre 1896.

Lo scoppio, che si sentiva fino a 30 chilometri di distanza, partiva dal laboratorio di petrinaggio, lo smontaggio meccanico dei bossoli per trarne la polvere da sparo, e si protraeva in cinque casematte di deposito. Morivano 13 lavoratori e ne rimanevano feriti 50 (nella foto, particolare, la copertina del “Corriere illustrato della domenica”, supplemento del settimanale “Illustrazione popolare”, edito dai fratelli Emilio e Giuseppe Treves di Milano, del 28 gennaio successivo). Il 13 maggio 1890, per un incidente simile, occorso nel magazzino della balistite, c’erano state 23 vittime e 5 feriti.

Sul luogo della sciagura accorrevano, oltre a militari e soccorritori, anche Emanuele Filiberto di Savoia, secondo duca d’Aosta, in rappresentanza del sovrano sabaudo Umberto I, ed il sindaco del capoluogo piemontese, il senatore Severino Casana, futuro ministro della guerra del regno, accompagnati dall’onorevole Andrea Scotti di Avigliana. Ne nascerà uno dei primi contenziosi tra salvaguardia dell’ambiente circostante e sicurezza sul lavoro con 480 cittadini della zona che chiederanno, attraverso una petizione, lo spostamento dell’opificio, entrato in funzione il 23 dicembre 1873, ritenuto pericoloso già da tempo, ma anche considerato tra i più importanti al mondo per la sua peculiarità.

La vicinanza dei pittoreschi laghi di Avigliana era stata una delle ragioni per la scelta dell’ubicazione: in caso di esplosione avrebbero fatto da barriera rispetto al centro abitato e sarebbero serviti per l’approvvigionamento idrico necessario alle fasi di produzione. Di converso, in un’area geografica cronicamente afflitta da carenza di posti di lavoro, con tassi di alcolismo preoccupanti, quell’intrapresa potenzialmente letale rappresentava per un congruo numero di famiglie una delle poche valide alternative alla morte certa per fame.

Alla fine lo stabilimento di produzione delle polveri e lavorazione della nitroglicerina verrà spostato, nel 1908, in località Allemandi. Nel 1925 verrà assorbito dalla Montecatini e verrà riconvertito parzialmente a fabbrica di vernici. Il 13 novembre 1961 si verificherà l’ennesima esplosione, partita dalla sala di realizzazione delle cartucce da caccia, nella quale morirà solo l’operaio Romolo Rosa e si conteranno 22 feriti perché altri 450 addetti delle maestranze riusciranno a mettersi in salvo. Nel 1965 la produzione verrà trasferita ad Orbetello e il 22 novembre di quell’anno cesserà definitivamente l’attività la realtà produttiva aviglianese. Nel 2002 la sede storica di via Adriano Galinier diverrà museo per testimoniare un esempio di archeologia industriale.