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20 aprile

Oggi, ma nel 1951, a Cannes, in Francia, il film “Miracolo a Milano”, del regista Vittorio de Sica, vinceva la Palma d’oro alla quarta edizione del Festival del cinema iniziato il 3 aprile precedente. La giuria presieduta dallo scrittore francese Émile Salomon Wilhelm Herzog ossia "André Maurois", assegnava il riconoscimento, ex aequo, anche a “La notte del piacere”, diretto dall’attore e regista svedese Alf Sjöberg.

Il soggetto di “Miracolo a Milano” era stato tratto dal romanzo “Totò il buono”, di Cesare Zavattini, pubblicato il 10 maggio 1943 dall’editore milanese Bompiani. La stessa sceneggiatura del capolavoro di De Sica -costato 180 milioni di lire, tre volte tanto rispetto a “Ladri di biciclette” del 1948, e girato prevalentemente a Lambrate- era stata curata da Zavattini. Anche se vi avevano collaborato Suso Cecchi D’Amico, Mario Chiari e Adolfo Franci. Il film vedeva la partecipazione anche dell’attrice Emma Gramatica, vero talento del teatro tricolore, sorella di Irma, che aveva interpretato il prestigioso ruolo di Mila di Codra, pensato per Eleonora Duse, nella tragedia dannunziana della Figlia di Iorio, del 1903. La pellicola di De Sica (nella foto, particolare, l’iconica scena finale col volo sulla scopa sopra il duomo del capoluogo lombardo, girata il 5 gennaio di quel 1951), accolta tiepidamente nei botteghini e non positivamente dai critici cinematografici nostrani -tra le critiche veniva tacciata di essere troppo in stile fiaba e comunque di avere un’impronta eccessivamente comunista- segnava il distacco dell’attore e regista di Sora, classe 1901, dal più spinto neorealismo come lo sarà “Umberto D”, dell’anno successivo, il 1952, e l’accostamento ad un realismo fantastico. Onirico.

Eppure "Miracolo a Milano" sarà in grado d’ispirare il futuro premio Nobel per la letteratura, nel 1982, il colombiano Gabriel Garcia Marquez “Gabo” nei suoi lavori basati sul realismo magico di “Cent’anni di solitudine”, edito da Sudamericana, di Buenos Aires, nel 1967. Sarà fonte d'ispirazione anche per il produttore-regista Steven Spielberg nella realizzazione della scena del volo sulle biciclette del suo lungometraggio “ET”, del 1982, che nel 1983 sarà pluripremiato con, tra l’altro, l’Oscar, il Golden globe e il David di Donatello.