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20 ottobre

Oggi, ma nel 1943, a Lonato del Garda, in provincia di Brescia, si verificava l'incidente stradale d'auto che costava la vita, a 55 anni, all'ammiraglio di squadra della regia Marina militare italiana Antonio Legnani (nella foto, a destra, mentre stringeva la mano al sommergibilista Igino Piunti, in servizio sul sottomarino Francesco Morosini, del 2° gruppo sommergibili di stanza a Napoli), classe 1888, di Asti. Secondo alcune fonti lo schianto mortale sarebbe stato non un vero caso fortuito, ma un omicidio mascherato, ordito da partigiani rossi italiani con la complicità di esperti del Sas inglese. Sarebbe stato orchestrato un delitto, mascherato da fatalità, per togliere di mezzo uno degli alti graduati che non sarebbe passato col nemico dopo la resa italiana. Tra l'altro Legnani era stato coinvolto nel caso di alto tradimento per spionaggio di Ugo Traviglia e Camilla Agliardi, condannati nel 1933 dal Tribunale speciale per la difesa dello stato presieduto da Guido Cristini di Guardiagrele, che avevano trafugato documenti riservati e scottanti dal palazzo della Marina capitolino per rivenderli ai francesi. L'alto ufficiale Legnani, decorato tra l'altro anche dell'ambita onorificenza dell'ordine militare di Savoia, per aver, in qualità di comandante dei reparti subacquei della regia Marina dal 1937, coordinato le operazioni subacquee clandestine durante la guerra civile spagnola, che era stata combattuta dal 17 luglio 1936 fino all'1 aprile 1939. La vittima, soprattutto, e questo sarà il punto più incriminato della sua carriera, era stata nominata sottosegretario alla Marina della Repubblica sociale italiana, il 23 settembre precedente. Inflessibile sostenitore del fascismo, proprio per questo ritenuto figura controversa, Legnani aveva aderito senza esitazione alla Rsi di Benito Mussolini, costituita a Salò proprio il 23 settembre '43, quindi aveva collaborato con i nazisti, a partire dall'armistizio di Cassibile di Siracusa ufficializzato l'8 settembre di quel '43. Era stato nominato ammiraglio di squadra nel 1942 e fino all'8 settembre '43, in piena seconda guerra mondiale, aveva guidato le azioni dei sommergibili della regia Marina italiana nel Mediterraneo. Nel 1931 aveva prestato servizio nell'ufficio del capo di Stato maggiore, l'ammiraglio d'armata Gino Ducci -che nel 1896, in Benadir, era stato persino ufficiale d'ordinanza del principe Luigi Amedeo di Savoia duca degli Abruzzi- nella sede del ministero della Marina, a Roma. Il testimone in mare di Legnani sarà raccolto dal figlio Emilio, di Milano, del 1918, in servizio fino al grado di capitano di fregata, benché entrato nei ranghi della Marina da sottufficiale -anche nella ardimentosa X flottiglia Mas della Marina, capeggiata dal "principe nero" Junio Valerio Borghese- che era stato insignito della medaglia d'oro al valore militare per l'azione compiuta su motoscafo armato silurante, nel Mar nero, il 3 agosto 1942, durante il secondo conflitto mondiale.

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