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21 ottobre

Oggi, ma nel 1998, a Roma, al Quirinale, alla presenza del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, giurava Massimo D’Alema, romano, del 1949, esponente di punta dei Democratici di sinistra, come presidente del Consiglio dei ministri. Era il 54° esecutivo della Repubblica, il primo guidato da un comunista, benché il Pci fosse stato disciolto dal 3 febbraio 1991.

D’Alema era segretario dei Ds, dal 12 febbraio precedente, e resterà nel ruolo fino al 6 novembre prossimo. Era già stato alla guida della segretaria nazionale del Partito democratico della sinistra, erede diretto del Pci, dall’1 luglio 1994 al 12 febbraio 1998. In precedenza era stato segretario nazionale della Federazione giovanile comunista italiana, dal 3 aprile 1975 al 12 giugno 1980. Era stato deputato comunista, dal 2 luglio 1987, fino allo scioglimento del partito, poi era passato al gruppo del Pds alla Camera. Il governo con D’Alema alla testa rimarrà in carica fino al 22 dicembre 1999. Era composto da 25 ministri (nella foto, particolare, il giorno della ufficializzazione della “squadra” di governo) e da 56 sottosegretari. La coalizione d’appoggio era formata da: Democratici di sinistra, Partito popolare italiano, Federazione dei verdi, La Rete, Comunisti italiani, Socialisti democratici italiani, Unione democratica per la Repubblica, I democratici, Repubblicani italiani. Tra le curiosità Sergio Mattarella, futuro capo dello Stato, dal 3 febbraio 2015, del Ppi, era il vice di D’Alema, con delega ai servizi di sicurezza. E Carlo Azelio Ciampi, anche lui prossimo inquilino del Colle, il 13 maggio 1999, era ministro del Tesoro, come indipendente.

Il periodo del primo governo D’Alema sarà caratterizzato, tra l’altro, dalla controversa vicenda di Abdullah Öcalan, fondatore del partito dei lavoratori curdo, la cui presenza nella Capitale, dal 12 novembre 1998, susciterà non poco scompiglio. Dalla presidenza dell’Unione europea tricolore, affidata a Romano Prodi, dal 5 maggio 1999. Dall’ok governativo alla missione arcobaleno pensata a sostegno dei profughi kosovari, dal 29 marzo 1999. Dal ritorno del terrorismo omicida con l’uccisione, nell’Urbe, del giuslavorista Massimo D’Antona, da parte delle nuove Brigate rosse, il 20 maggio 1999. Dal rientro nel Belpaese di Silvia Baraldini, attivista comunista romana, già condannata negli Usa a 43 anni di reclusione per associazione sovversiva, il 25 agosto 1999. L’ufficializzazione del Dossier Mitrokhin, l’11 ottobre 1999. Al primo governo D’Alema succederà il secondo governo D’Alema, che resisterà dal 22 dicembre 1999 al 19 aprile 2000.