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23 MARZO

Oggi, ma nel 1944, a Roma, il questore della Capitale durante l’occupazione tedesca, Pietro Caruso, riceveva l’ordine da parte del tenente colonnello Herbert Kappler, comandante della Sicherheitsdienst, il servizio d’informazioni delle SS, di reperire 80 civili italiani, che poi verranno ridotti a 50, da giustiziare alle Fosse Ardeatine, il giorno dopo, 24 marzo. Sarà la rappresaglia per l’attentato dinamitardo di via Rasella, dello stesso 23 marzo, che causava 35 morti, tra i quali 33 soldati nazisti, e 64 feriti, tra i quali 53 militari germanici. Alla fine alle Ardeatine verranno freddate 335 persone, tra civili, militari, ebrei, detenuti sia politici che comuni, inclusi i 50 malcapitati della lista stilata da Caruso.

Quest'ultimo (nella foto, particolare, alla sbarra), poliziotto, originario di Maddaloni, in quel di Caserta, classe 1899, riterrà di aver eseguito ordini superiori, ma verrà ugualmente processato, il 20 settembre successivo, a Palazzo Corsini alla Lungara, dall’Alta corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo, e condannato a morte. Reo di aver consegnato al nemico invasore connazionali destinati alla soppressione punitiva. L’esecuzione di Caruso avverrà il giorno successivo, 21 settembre di quel 1944, a Forte Bravetta, sempre nell’Urbe, mediante fucilazione nella schiena, come previsto per i traditori. Il 18 settembre 1944, giorno della prima udienza del processo a Caruso, la seduta era saltata a causa di disordini che poi erano terminati col linciaggio, da parte della folla, del teste Donato Carretta, già direttore del carcere romano di Regina Coeli. Il poveretto, di Lavello, in quel di Potenza, del 1891, era stato ritenuto responsabile del decesso di alcuni detenuti e per questo era stato esposto al furore di popolo. Era stato malmenato, sottoposto al tentativo d’investimento da parte di un tram, quindi gettato nel Tevere e finito a colpi di remi mentre annaspava nell’acqua del fiume. Il cadavere era stato poi recuperato ed appeso, per i piedi, ad una finestra del "suo" ex penitenziario.