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24 AGOSTO

Oggi, ma nel 1960, a Venezia, al Lido, si apriva l’edizione numero 21 della Mostra internazionale d’arte cinematografica, che rimarrà negli annali come la più contestata dal taglio del nastro della prima in assoluto, avvenuto il 6 agosto 1932, per la direzione di Emilio Lonero, segretario del Centro cattolico cinematografico, in sostituzione di Floris Luigi Ammannati, esonerato, dopo la Mostra del 1959, per l’indirizzo ritenuto eccessivamente spregiudicato. La premiazione, che si terrà il 7 settembre, sarà caratterizzata da polemiche e dai prolungati fischi del pubblico per l’assegnazione del Leone d’oro alla pellicola "Il passaggio del Reno", del regista André Cayatte.

Lonero (nella foto, particolare, al centro, terzo da sinistra, proprio durante la consegna dei riconoscimenti, in piedi accanto a Giovanni Ponti in abito chiaro, già sindaco della città lagunare nel 1945-1946 e nel 1951, senatore democristiano in carica dal 12 giugno 1958), giornalista, critico cinematografico, insegnante di religione, aveva preso come netta posizione la difesa dei valori spirituali nella settima arte. Questo aveva comportato le dimissioni in blocco della commissione della Mostra e problemi organizzativi con la giuria, presieduta dal transalpino Marchel Achard, entità che avrebbero preferito un segnale di apertura verso criteri di giudizio più moderni. Lonero veniva bollato, senza troppe remore, come “incompetente protetto della Dc” e soprattutto verrà ritenuto dagli addetti ai lavori il principale responsabile della pesante sconfitta di Luchino Visconti.

Quest’ultimo era in gara col lungometraggio "Rocco e i suoi fratelli", che riceveva solo il Leone d’argento. Il film di Visconti era ispirato ai racconti “Il ponte della Ghisolfa”, scritto da Giovanni Testori, ed era ritenuto sgradito ai notabili di stampo cattolico oltre che alle alte sfere politiche della Balena bianca. Già il 13 aprile 1960, il presidente della Provincia di Milano, Adrio Casati, della Democrazia cristiana, aveva bruscamente interrotto le riprese del film all’idroscalo del capoluogo lombardo giudicando il film “non molto morale e denigratorio”. L’opera di Visconti, su sceneggiatura di Suso Cecchi D’Amico e di Pasquale Festa Campanile, con l’attore francese Alain Delon e la colonna sonora del maestro Nino Rota, era il capolavoro prodotto dalla casa cinematografica Titanus dato persino dagli scommettitori come per trionfante quell’anno nel panorama della produzione internazionale.