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25 MARZO

Oggi, ma nel 1989, in tutta Italia, l’ironico brano “Esatto”, del comico Francesco Salvi, in prima posizione, e l’ammiccante pezzo “Vasco”, del rapper “Jovanotti”, ovvero Lorenzo Cherubini, in seconda, spodestavano l’irriverente successo internazionale “Like a prayer”, di Madonna, al secolo Luisa Veronica Ciccone, lasciandolo sul gradino più basso del podio nella classifica nazionale dei singoli. Salvi, di Luino, in provincia di Varese, di 36 anni, architetto, aveva presentato “Esatto” nel 39° Festival di Sanremo, vinto da Anna Oxa e Fausto Leali con “Ti lascerò”, e il 25 febbraio di quel 1989 si era classificato settimo. Come esordiente, ma nella sezione campioni. Il futuro tormentone, che dava voce agli animali, incluso il pesce, giungeva dopo “C’è da spostare una macchina”, che, con il ritornello «Questa macchina qua devi metterla là…è un diesel! È un diesel!», dell’anno precedente, 1988, era entrato tra i modi di dire popolari. Jovanotti, romano di Cortona, di 23 anni, lanciato dal produttore Claudio Cecchetto, con “Vasco” entrava in polemica, a causa del fraintendimento del messaggio lanciato nel testo: «No Vasco io non ci casco», quale presunto tenersi fuori dall’uso di droghe. Anche questa canzone, che diverrà tra le più importanti della produzione di “Jova”, era stata portata nella kermesse canora della Città dei fiori ’89, giungendo quinta, anche grazie al modo apparentemente disimpegnato di porsi dell’artista (nella foto, particolare, proprio durante l’esibizione sul palco dell’Ariston). “Like a prayer”, rilasciato come 45 giri il 3 marzo precedente, sarà, anche per il video iconoclasta e la conseguente condanna da parte del Vaticano, uno dei cavalli di battaglia della sfolgorante carriera della pop star originaria di Pacentro. E sarà traccia legata anche al contratto, da 5 milioni di dollari, con la Pepsi quale primo caso di lancio, in uno spot pubblicitario, prima ancora di approdare nei negozi di dischi e nelle radio.