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25 ottobre

Oggi, ma nel 1860, a Benevento, il pro-dittatore Giorgio Pallavicino Trivulzio, milanese, senatore del regno d'Italia, su ordine di Giuseppe Garibaldi (insieme nella foto mentre si stringevano la mano, particolare dell'incisione realizzata dal pittore Tranquillo Cremona, gelatina al bromuro d'argento su carta, 18 per 24 centimetri, da periodico coevo, conservata nella civica raccolta fotografica del castello sforzesco di Milano sotto la collocazione RI 3408) firmava il decreto istitutivo della Provincia di Benevento. Con primo presidente il beneventano Carlo Torre, già governatore cittadino di nomina garibaldina - dal 3 settembre 1860, giorno della rivolta delle camicie rosse contro la delegazione apostolica locale di Papa Pio IX - che rimarrà in carica fino all'1 luglio 1861, era estesa per 2080,44 chilometri quadrati, con l'altitudine variabile dai 44 metri sul livello del mare della punta di Limatola ai 1822 metri del monte Mutria.

L'entità neonata aveva tre circondari: quello di Benevento, quello di Cerreto Sannita, quello di San Bartolomeo in Galdo. Il provvedimento amministrativo istitutivo verrà confermato, il 17 febbraio 1861, da Eugenio di Savoia Carignano, luogotenente del re savoiardo Vittorio Emanuele II per le province napoletane, dando così piena attuazione alla genesi della Provincia. Già il 15 agosto precedente, a Napoli, nella riunione segreta del comitato centrale dei garibaldini, era stato stabilito che Benevento, che versava come enclave sotto il dominio pontificio da otto secoli, sarebbe diventata capoluogo di una nuova entità provinciale. Sarebbe accaduto qualora i patrioti locali avessero agevolato con ogni mezzo il compiersi dell’agognata impresa dell’eroe dei due mondi e avessero consentito ai mille e loro sostenitori di sollevarsi contro il giogo borbonico.

Il 15 maggio 1861 la Camera dei deputati rigetterà la proposta di sospensione della istituzione dell'amministrazione provinciale di Benevento avanzata dal deputato casertano Beniamino Caso, e approverà la circoscrizione beneventana. Per i patrioti sanniti giungerà così il riscatto dopo secolari umiliazioni per un territorio che storicamente e politicamente aveva avuto un passato ritenuto glorioso. Tra il 2 gennaio 1927 e il 6 novembre 1945, ovvero tra la soppressione mussoliniana e la ricostituzione post secondo conflitto mondiale della Provincia di Caserta, già Provincia di Terra di lavoro con capoluogo proprio Caserta, quella di Benevento ne assorbirà parte del territorio. Tra i Comuni, quello di Sant'Arcangelo Trimonte, già Montemalo, passerà dalla Provincia di Avellino a quella di Benevento, il 31 gennaio 1978, facendo salire a 78 il numero complessivo delle municipalità ricomprese nella Provincia targata BN, confinante con quelle di Foggia, Campobasso, Avellino, Caserta e Napoli.