26 agosto

25 Agosto 2021

Oggi, ma nel 1959, a Birmingham, nel Regno unito, sede della British motor corporation, fondata nel 1952, veniva messa in vendita la prima Mini, commercializzata sia col marchio Morris, storica casa automobilistica britannica, che Austin.

La piccola macchina era stata ideata per fronteggiare l'enorme rincaro della benzina dovuto alla crisi petrolifera di Suez, del 29 ottobre-7 novembre 1956, verificatasi con l’occupazione militare del canale, da parte di Francia, Regno unito e Israele, contro l’Egitto. George Harriman, presidente della British motor corporation, aveva affidato ad Alec Issigonis il compito di progettare una micro vettura a 4 posti, ma con impostazione tradizionale delle 4 ruote, rispetto alle precedenti cosiddette bubble car come l'Isetta della Bmw, costruita su licenza della Iso Rivolta di Bresso, in provincia di Milano, che aveva le due ruote posteriori quasi appaiate.

La Mini pesava 617 chilogrammi, era spinta dal motore a 4 cilindri già utilizzato per la Austin A35, ma ridotto a 848 centimetri cubi. Issigonis, ingegnere britannico di origine greca, aveva escogitato una vetturetta con la disposizione del motore anteriore-trasversale, il cambio montato sotto, la trazione anteriore. La macchina era lunga 303 centimetri, la carrozzeria era a 2 volumi con 2 porte. Lo sportello del vano bagagli, che era occupato per 1/4 dal serbatoio del carburante, era ribaltabile verso il basso per trasportare colli ingombranti. Le sospensioni erano a ruote indipendenti, con elementi elastici innovativi in gomma al posto delle classiche molle di ferro, le ruote erano da 10 pollici per limitare l'invasività dei parafanghi nell'abitacolo. Aveva un particolare assetto di guida che verrà bollato “alla camionista" perché aveva il volante quasi in orizzontale che costringeva il guidatore, specialmente se non basso di statura, a mantenere le gambe divaricate.

La Mini, dopo una partenza in salita, verrà baciata dal successo commerciale, anche grazie ad una serie di elaborazioni, come quella di cilindrata maggiorata curata dal patron del team di formula 1 John Cooper, e promozioni in ambito sportivo, come la importante vittoria del Rally di Montecarlo del 20-24 gennaio 1964, con il duo composto da Paddy Hopkirk e Henry Liddon. Nel Belpaese verrà assemblata dalla milanese Innocenti a partire dal 1965 nella serie denominata Mk1 (nella foto, particolare della pubblicità della versione più spinta, la Cooper, da 998 centimetri cubi, introdotta dall’anno successivo, il 1966). Le versioni tricolore si contraddistingueranno per una maggiore cura nei dettagli e nelle finiture estetiche rispetto alle originali inglesi. Particolari minimi, ma che verranno tenuti in alta considerazione dagli acquirenti nazionali.

Le Mini italiane della Innocenti presenteranno interni più accessoriati, diversi disegni delle cornici dei fari, della calandra e del baule posteriore. Monteranno anche pezzi ritenuti di maggior pregio come i radiatori di marca Ipra, i fari Carello ed Altissimo. Usciranno dalla fabbrica col servofreno su tutti i modelli Cooper, indipendentemente dalla cilindrata, mentre le britanniche lo montavano solo sulle versioni S della linea Cooper.