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27 novembre

Oggi, ma nel 1944, a Ravenna, nella frazione Madonna dell’Albero, alcuni dei 30 nazisti della “114ª. Jager-division” del 721° reggimento, comandato dal colonnello Lothar Berger, stanziati in casa Gambi, giustiziavano con raffiche di mitragliatrice, fucilate e lancio di bombe a mano, 56 civili residenti nel circondario. Erano malcapitati rastrellati nelle abitazioni di via Nuova: Chiari, Ricci, Rivalta e la già menzionata Gambi. Quindi i cadaveri venivano occultati sotto un cumulo di letame.

Tra le vittime, 27 erano donne (nella foto, particolare, del mosaico per la pace realizzato dagli alunni della scuola elementare di Ponte Nuovo per la commemorazione del 2002 al Sacrario dei 56 martiri che verrà eretto nel 1946, in occasione della ricorrenza).

Il 17 novembre precedente i tedeschi avevano fatto fuori don Domenico Turci, parroco di Villa dell’Albero, reo di aver segnato i campi minati germanici. I partigiani della 28ª brigata Garibaldi “Mario Gordini”, insieme ai soldati della 5ª divisione del I Canadian corps, il 5 dicembre successivo, libereranno la città.

Il fascicolo processuale riguardante l’eccidio del 27 novembre ’44, sarà archiviato, il 14 gennaio 1960, dal procuratore generale militare Enrico Santacroce e confluirà nella documentazione secretata nel cosiddetto “Armadio della vergogna”. Ovvero lo schedario, con 695 dossier ed un registro generale riportante 2274 notizie di reato, raccolto dalla Procura generale del tribunale supremo militare, relativo a crimini di guerra, commessi su territorio nazionale, nella campagna d’Italia, dalle truppe nazifasciste. Materiale che verrà rinvenuto, nel 1994, a Palazzo Cesi-Gaddi, in via degli Acquasparta, a Roma, dal procuratore militare Antonino Intelisano, e poi pubblicato, sul settimanale “L’Espresso”, dal giornalista Franco Giustolisi. L’iter processuale inerente i fatti di sangue di Madonna dell’Albero si concluderà con l’archiviazione del caso, il 30 marzo 2001, da parte del giudice per le indagini preliminari, Marco De Paolis.