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31 Agosto

Oggi, ma nel 2017, a Ginosa, in provincia di Taranto, alle 11, Giuseppina Spagnoletti, di 39 anni, si accasciava al suolo e moriva d’infarto in un campo, mentre era al suo primo giorno di lavoro come bracciante agricola. Verosimilmente le cause del malore fatale erano il caldo eccessivo e la troppa fatica fisica. La vittima, che era all’opera dalle 6.30, era originaria di Bernalda, in quel di Matera. La giovane donna, che quel 31 agosto 2017 era a spaccarsi la schiena sotto il sole a picco costretta dalle sue condizioni economiche disperate, era stata presa a giornata, per 30 euro al dì, dal titolare dell’azienda agricola di Montescaglioso di Matera. L’intervento dell’elisoccorso da Potenza non serviva poiché all’arrivo “Pina” era già senza vita. Arresto cardiaco da sforzo in condizioni difficili, intorno ai 40 gradi, con forte disidratazione, stabilirà l’autopsia e così verrà certificato dal medico legale Marcello Chironi.

L’episodio, che destava scalpore nelle cronache non solo locali, richiamava alla mente il precedente di Paola Clemente, di 49 anni. Era stata un'altra lavoratrice della terra, di San Giorgio Jonico, nel tarantino, che versava in una situazione finanziaria al limite della sussistenza, che era deceduta, il 13 luglio 2015, sempre perché il cuore non aveva retto allo sfruttamento sotto il solleone mentre era impegnata nell’acinellatura dell’uva, ovvero l'operazione di pulizia dei grappoli dai “chicchi” imperfetti. Si era verificato negli appezzamenti nei dintorni di Andria, in provincia di Bari, dove si dava da fare, in nero, per 27 euro con turni da mattina a sera. Citazioni alle tristi vicende di “Pina” e Paola verranno inserite anche nel documentario di Michele Cinque, intitolato “Jululu”, viaggio nella massacrante raccolta dei pomodori a Nardò, in quel di Lecce. Cortometraggio che vincerà il riconoscimento per la miglior regia nell’ambito del Premio MigrArti 2017, a corollario della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia numero 74.

La Spagnoletti e la Clemente, che erano due italiane in difficoltà e non migranti, verranno inserite, insieme, nel progetto di dedica ipotetica di una via lanciato, l’1 marzo 2018, dal collettivo "Non una di meno" di Padova, in vista delle celebrazioni dell’8 marzo di quell’anno, ritenendo le due lavoratrici vittime di violenza in rosa. Dopo “Pina” e Paola accadrà ancora una volta. Un altro connazionale ci rimetterà la vita, stroncato dallo stress per portare a casa, dove lo aspetteranno invano moglie e figlia, una paga da elemosina stando chino in un agrumeto sotto i raggi roventi. Sarà Antonio Lombisani, di 59 anni. Avverrà il 6 luglio 2022, alle 14,30, a Thurii, frazione di Corigliano Rossano, in provincia di Cosenza. Accadimenti che, il 24 giugno 2022, faranno partire la campagna di sensibilizzazione dell’Unione sindacale di base (nella foto, particolare, uno dei manifesti) insieme alla Rete Iside, entrambi realtà con sede a Roma che si occuperanno prevalentemente di sicurezza sul posto di lavoro, inclusione sociale, solidarietà.