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6 Settembre

Oggi, ma nel 1995, nel mare intorno all'Isola di San Pietro di Carloforte, nella provincia del sud Sardegna, moriva annegato, dopo essere stato sbattuto da un'onda sugli scogli, lo scrittore Sergio Atzeni (nella foto), di 43 anni, originario di Capoterra, in quel di Cagliari. Forze dell'ordine e magistrati ipotizzeranno non sia sia trattato di un incidente, ma di presunto suicidio, essendo la vittima in buona salute ed abile nuotatore. Dalla costa alcuni turisti avevano, invece, visto Atzeni nuotare cercando di allontanarsi dagli scogli, ma essere risucchiato dalla furia dei flutti. Lasciava la figlia Jenny, di 16 anni, che diverrà medico chirurgo generale dell'azienda ospedaliera universitaria cagliaritana nonché pittrice. Atzeni era giunto sull'isola di San Pietro con l'amica Paola Mazzarella per trascorrervi alcuni giorni di vacanza. La scomparsa di Atzeni, che verrà considerato come uno dei più originali esponenti della nuova letteratura sarda nel mondo, rimarrà comunque avvolta nel dubbio. Era il figlio dello storico segretario della sezione cagliaritana del Partito comunista italiano Licio, nonché consigliere regionale comunista, ed anche lui aveva militato nel Pci, dedicando ampio spazio della sua pur breve vita all'impegno politico a sinistra. Aveva iniziato come giornalista nel quotidiano "l'Unità" e nel periodico "Rinascita sarda" poi anche nel quotidiano "l'Unione sarda". Nel 1977 era stato tra i fondatori di "Altair", mensile sardo di turismo e tempo libero diventandone anche il direttore responsabile, pubblicato fino al 1981. Aveva lasciato il cosiddetto posto fisso all'Enel di Cagliari ed era andato a fare il pizzaiolo in Svizzera e in Lussemburgo. Poi, nel 1986, si era trasferito a Torino, diventando anche amico di Ernesto Ferrero, direttore editoriale della casa editrice Einaudi, fino al 1989, influente esponente del panorama culturale nazionale con radici sotto la Mole e, tra l'altro, colonna portante del Salone del libro del capoluogo sabaudo. Aveva coltivato anche l'attività di traduttore. Gli anni in Piemonte erano stati per Atzeni quelli della nascita delle opere più importanti: L'apologo del giudice bandito, pubblicato da Sellerio, a Palermo, nel 1986; Il figlio di Bakunìn, sempre per i tipi di Sellerio, del 1991; Il quinto passo è l'addio, uscito per Mondadori, Milano 1995; Passavamo sulla terra leggeri, ancora Mondadori, del 1996. Quest'ultimo romanzo, pubblicato postumo, era una rievocazione mitica della storia dei sardi, vista e raccontata come memoria comune, tramandata di padre in figlio. In questo lavoro l'autore ha combinato insieme sardo, soprattutto quello popolare parlato nella periferia di Cagliari, e italiano: attuando una rivalutazione della lingua locale per certi versi simile a quella attuata da Andrea Camilleri col siciliano nelle vicende del commissario Montalbano.

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