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8 giugno

8 Giugno 2025

Oggi, ma nel 1912, a Zanzur, in Libia, nel contesto della guerra italo-turca, tre reparti del regio esercito tricolore, ovvero 12mila armati provenienti da Tripoli e agli ordini del generale Vittorio Camerana, che il 20 giugno occuperà Misurata, abitato ritenuto strategico, e sarà poi il responsabile di quel settore dell’agognata “Quarta sponda”, avevano la meglio nella battaglia di Sidi Abdul Jalil contro le truppe ottomane, coadiuvate da guerriglieri arabi, complessivamente 15mila combattenti sotto il comando di Giovanni Scolorato, conquistando le alture intorno all’oasi (nella foto, particolare, la vittoria riportata sulla copertina del settimanale torinese “Il Fischietto” del 15 giugno di quel 1912, anno 66, numero 24, con disegno di Giorgio Ansaldi, in arte “Dalsani”, con il sottotitolo “Per quanto accanimento ci metta la Turchia, mi pare che l’espulsione degli italiani proceda molto a rilento”, custodito nel fondo del già menzionato “Dalsani” del Museo nazionale del risorgimento del capoluogo piemontese).

La formazione italica era composta da: brigata "Giardina" che annoverava il sesto reggimento di fanteria "Aosta" più fanti di rincalzo; una compagnia di finanzieri; due batterie di artiglieri da montagna. Le perdite erano, per l'Italia: un ufficiale, 19 uomini di truppa, 10 ascari. Quanto ai feriti: 8 ufficiali, 182 graduati e 70 soldati locali. La roccaforte sarà presa totalmente dai militari del Belpaese il 20 settembre successivo dopo l’attacco diretto dal cinque stelle Ottavio Ragni, governatore della Tripolitania proprio dall’inizio di giugno e fino al 2 dello stesso mese dell’anno successivo, 1913. L’episodio, pur non essendo reputato essenziale da parte degli addetti ai lavori, nell’economia del conflitto contro la Sublime porta, cominciato il 29 settembre 1911 e che terminerà il 18 ottobre 1912, dopo un anno e 19 giorni, con il trionfo delle forze di Roma, rivestiva un ruolo importante e veniva accolto con grandi onori dal governo in carica, che era il quarto presieduto dal liberale Giovanni Giolitti. Zanzur, infatti, aveva tra le risorse naturali anche 170mila palme, 15mila ulivi, 20mila alberi da frutto.